“In riferimento al provvedimento di sequestro cautelare del Centro Commerciale Grandapulia posto in essere dalla Procura presso il Tribunale di Foggia, il Comune di Foggia nella sua accezione più ampia, amministrazione politica e tecnostruttura avrebbe dovuto gestire e controllare su ciascuno dei procedimenti e atti diretti alla edificazione di un’attività commerciale di questa grandezza. Quanto innanzi a garanzia di tutti impreditori e cittadinanza compresi”. Esordisce così il consigliere comunale Giuseppe Mainiero, che con una interpellanza chiede un consiglio comunale straordinario.
“Ancora una volta, l’ennesima – continua il capogruppo di Fratelli d’Italia Alleanza nazionale -, un provvedimento giudiziale getta ombre sull’operato dell’amministrazione che certamente, al di là delle responsabilità penali prospettate, non è esente dalla gravissima colpa di essere immobile, sorda (interpellanze mai riscontrate) ed inattiva. Non è né concepibile, né minimamente ammissibile che l’amministrazione con la sua tecnostruttura possa continuare in un assordante silenzio che lascia attonita una città, tutta la classe dei lavoratori e quella imprenditoriale. Vi è un dovere ineludibile del soggetto politico eletto dai cittadini: agire sempre e comunque a tutela e difesa della propria gente e del proprio territorio. Questa amministrazione è giunta ormai a concepire come unica possibilità di galleggiamento quella di rimanere immobile dopo tutti gli errori commessi. Il che politicamente è più grave di essere colpevoli”.
Il testo dell’interpellanza
“È noto a questa amministrazione che, in relazione al permesso di costruire n. 41 rilasciato dal Comune di Foggia in favore della FIN.SUD S.r.l. in data 18.06.2013, relativo alla ‘Costruzione di un Centro Commerciale e realizzazione delle aree esterne adibite a viabilità, parcheggio, verde e spazi per il carico/scarico merci’ nell’area ricadente in zona ASI, su un sito industriale dismesso (area c.d. ex zuccherificio – S.F.I.R.), la società LI.COS S.r.l., in qualità di proprietaria del terreno confinante con quello oggetto dell’intervento (attualmente di proprietà FIN.SUD S.r.l.), con distinte note indirizzate al Comune di Foggia (tra le altre, prot. n. 45997 del 23.05.2014, prot. n. 85492 del 10.10.2014), ha più volte denunciato e segnalato presunte inadempienze amministrative ed irregolarità formali in merito alle procedure che hanno preceduto il rilascio del suddetto permesso di costruire.
Tali contestazioni, come precisato nella predetta nota del 23.05.2014 prot n. 45997, sarebbero peraltro già state anticipate all’allora Assessore al SUAP, Arch. Augusto Marasco, in occasione di una precedente Conferenza di Servizi sul tema, a cui non si sarebbe dato riscontro.
Inoltre, con istanza del 19.02.2015 a firma Prof. Avv. Paolo Urbani, la LI.COS S.r.l. ha formalmente fatto richiesta di annullamento in autotutela del richiamato titolo abilitativo, per i motivi ivi descritti e che determinerebbero, appunto, la illegittimità dello stesso.
In particolare, con tali note, venivano evidenziate irregolarità che avrebbero viziato l’intero iter amministrativo per il rilascio del permesso.
Tali vizi, a parere del denunciante, avrebbero riguardato già il ‘Piano di riqualificazione e sviluppo industriale dell’area ASI ex zuccherificio Borgo Incoronata’ e, in particolare, la c.d. ‘Sistemazione area vasche’ (strutture precedentemente utilizzate per la produzione dello zucchero), sulla base del quale sarebbero stati effettuati degli interventi autorizzati con semplice D.I.A. (n. 0073099 del 24.06.2010), celando, a parere della LI.COS S.r.l, ‘dietro una mera attività di sistemazione, un vero e proprio sconvolgimento ambientale ed urbanistico’, senza alcuna attenzione e prevenzione in riferimento allo smaltimento dei materiali e dei liquidi contenuti nelle vasche oggetto di intervento, con abbondanti sversamenti di liquidi e sconfinamenti di materiale di riporto altamente inquinanti.
Il ridetto titolo abilitativo, pertanto, sarebbe stato concesso in assenza di una serie di autorizzazioni prescritte dalle normative vigenti, tra le quali:
Assenza di procedure di VIA e VAS prescritte dalla norme in materia (D. Lgs. n. 152/2006 e D. Lgs. n. 4/2008 e Legge Regionale n. 44/2012) per i progetti di sviluppo relativi a zone industriali o produttive riferite a superfici superiori ai 40 ettari;
assenza di autorizzazione paesaggistica ex art. 146 D.Lgs. n. 42/2004, ricadendo l’intervento in prossimità del Torrente Cervaro e, quindi, in area protetta ai sensi dell’art. 142, comma 1-c D.Lgs. 42/2004;
assenza di autorizzazione paesaggistica anche per le sole opere di demolizione, ricadendo in ‘ambito territoriale esteso C’, ai sensi dell’art. 2.11 delle N.T.A. (Norme Tecniche di Attuazione) del P.U.T.T.P. (Piano Urbanistico Territoriale Tematico Regionale per il Paesaggio e i Beni Ambientali);
mancata realizzazione dei bacini di compensazione idraulica e tutte le altre opere necessarie alla messa in sicurezza di cui alle prescrizioni P.A.I. (Piano di Assetto Idraulico) – Autorità di Bacino Puglia, opere richieste dal Consorzio ASI a carico della Società richiedente al fine della totale eliminazione del rischio idraulico mai realizzate dalla soc. S.F.I.R. e solo recentemente appaltate direttamente dal Consorzio ASI;
Interventi di ‘sistemazione vasche’ realizzati da ditte probabilmente prive dei requisiti di legge e non iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali; interventi, come già precisato, realizzati in totale assenza di un Piano di bonifica dei luoghi e delle misure necessarie per lo smaltimento dei materiali liquidi inquinanti ivi presenti.
In merito a tali contestazioni si è già espresso il Servizio Avvocatura del Comune di Foggia, in persona del Funzionario avv. Antonio Puzio e del Dirigente dott. Ernesto Festa che, interpellato sull’argomento, con nota del 22.01.2015, prot. n. 6533/2015 indirizzata all’Assessore alle Politiche Urbanistiche, pare aver sostanzialmente confermato la ricostruzione della LI.COS S.r.l. presumendo e precisando, tra le altre cose, che ‘questo sconvolgimento sistematico e graduale dello stato dei luoghi sia stato affrontato dalla SFIR con una sequela di pratiche amministrative frazionate ad hoc e non idonee alle finalità concepite ed ottenute e, forse, in netta contrapposizione tra oggetto della richiesta, contenuti progettuali, quanto dichiarato e realizzato e normativa di riferimento (…)’.
**********
Tanto premesso e senza voler esprimere giudizi in ordine alla meritevolezza di tutela degli interessi privatistici della LI.COS S.r.l., appare tuttavia necessario, a parere dello scrivente, far luce sulla vicenda a tutela dell’interesse pubblico ed a tutela della correttezza e legittimità dell’operato amministrativo posto in essere dal Comune di Foggia.
Pertanto, si chiede di mettere a conoscenza il Consiglio Comunale su quali iniziative abbia intrapreso e/o intenda intraprendere l’Amministrazione Comunale per la risoluzione della vicenda.
Foggia, 12 marzo 2015 (Mainiero)
– in violazione di tutti gli obblighi prescritti dal vigente regolamento, l’indirizzato non ha fornito, a fronte dell’istanza presentata, alcun riscontro concreto;
– l’Amministrazione, la “tecnostruttura”, ritenendo evidentemente di poter fare ciò che più gli aggrada in spregio a diritti ed interessi, non hanno fornito alcuna risposta: né che i titoli abilitativi fossero stati conseguiti nel rispetto della normativa vigente, né che i titoli abilitativi e i procedimenti contenessero irregolarità;
– in data, 27 novembre 2016, la Magistratura è intervenuta sequestrando l’intera area sul quale sorge quello che dovrebbe essere un centro commerciale tra i più grandi d’Italia;
– alla luce di quanto innanzi e senza che l’istante intenda accontentarsi della pilatesca “affermazione”: “attendiamo che la Magistratura faccia il suo corso”, il Sindaco deve rispettare le Leggi e i Regolamenti, DEVE rispondere ad un’interpellanza che giace priva di riscontro da quasi due anni; il Sindaco non DEVE ignorare i precetti normativi.
Tutto ciò premesso, il sindaco risponda e fornisca delucidazioni a quanto in appresso, anche in riferimento al sacrosanto esercizio dell’articolo 50 del TUEL a tutta la cittadinanza chiedendone al Presidente del Consiglio Comunale la convocazione auspicabilmente, di un Consiglio Comunale in seduta straordinaria, vista la gravità delle ricadute sociali:
– i procedimenti amministrativi seguiti al rilascio dei titoli abilitativi per l’edificazione del Centro Commerciale Grandapulia – anche a seguito di interpellanze – sono stati oggetto di verifica? In caso affermativo da chi?
– Nell’ambito dei procedimenti amministrativi sottesi al rilascio dei titoli abilitativi volti all’edificazione del Centro Commerciale Grandapulia, sono state evidenziate irregolarità relative al rispetto del diritto urbanistico e in tema di tutela ambientale?
– Chi ha rilasciato (uffici e soggetti) alla società FINSUD s.r.l. i titoli abilitativi?
– Sono state fatte ispezioni nel corso dell’edificazione del centro?
– Quale risposta sarà fornita alla cittadinanza a seguito della risultanze dell’operato dell’Amministrazione che prima ancora della Magistratura, deve cautelare il benessere dei propri cittadini?
Foggia 29 novembre 2016 (Maniero)