Caro Direttore,
Vedo che il suo sito mi dedica uno spazio decisamente immeritato in un articolo in cui, già dal titolo, si sostiene che io sosterrei “spese pazze” per i miei viaggi.
Il sito del Ministero dello Sviluppo Economico, si scrive, certifica che avrei speso 33 mila euro in sei mesi, nonostante i parlamentari abbiano diritto a treni e aerei gratuiti all’interno del territorio nazionale. Non esiste più il giornalismo di una volta, evidentemente. Perché vede, Direttore, sarebbe stato sufficiente non dirò essere informati, ma almeno fare un salto su Wikipedia per scoprire che il mio incarico è quello di sottosegretario al Commercio internazionale e all’attrazione investimenti. E, in quanto tale, il fatto di viaggiare – e di viaggiare non in Italia, ma all’estero – è parte integrante, e direi obbligatoria, delle mie responsabilità.
Dal momento in cui ho assunto questo incarico, solo qualche mese fa, ho svolto una serie molto intensa di viaggi, che volentieri le elenco per darle conto dei 33 mila euro. Sono 17: Corea del Sud, Stati Uniti 3 volte (Chicago-Boston; New York; Orlando), Iran, Argentina, Cuba, Cina 2 volte (Shanghai e Xiamen); Germania 2 volte (Monaco di Baviera e Francoforte); Belgio (Bruxelles) 2 volte, Francia (Parigi) 2 volte, Turchia (Antalya), Regno Unito (Londra). Si tratta come vede di destinazioni non sempre semplicissime e di viaggi molto brevi – in genere 2/3 giorni quelli intercontinentali, 1/2 giorni quelli in Europa – che, le garantisco, non sono una passeggiata per il fisico e non lasciano alcun tempo libero per il turismo.
Il fatto è dunque che non si tratta affatto di “spese pazze”, ma del mio lavoro. Mi occupo di promuovere il Made in Italy nel mondo e di portare da noi investimenti dall’estero – che vuol dire produrre ricchezza per il nostro Paese e posti di lavoro per i nostri concittadini – e lo posso fare soltanto viaggiando. Le posso già preannunciare che nelle prossime settimane sarò ancora molto in giro: negli Emirati Arabi Uniti (6-9 ottobre) per un roadshow di attrazione investmenti, in Cina (18-20 novembre) per accompagnare il Salone del Mobile che organizza una sua missione in quel mercato, e poi in Brasile (Brasilia e San Paolo, 23-25 novembre) e in Pakistan (Islamabad e Lahore, 4-7 dicembre) per due missioni imprenditoriali in cui accompagnerò alcune centinaia di imprese italiane per aiutarle a sviluppare il loro business in quei paesi.
Il problema che in un mondo normale un giornalista si sarebbe posto è dunque non tanto quanto io spenda, ma quanto produca e come lavori. Perché, vede, se non spendessi niente quello sì, sarebbe un segnale davvero molto allarmante. Perché vorrebbe dire che passo il mio tempo a casa invece di fare il mio dovere, che è quello di stare vicino alle nostre aziende che si fanno valere in tutto il mondo per l’eccellenza che esprimono. Non guasta peraltro ricordare a lei e ai suoi lettori come gli incarichi di governo siano peraltro, se ricoperti da parlamentari, svolti a titolo del tutto gratuito, nel senso che non danno diritto ad alcuna indennità aggiuntiva, come accade invece per gli incarichi parlamentari (componenti l’ufficio di presidenza di Camera e Senato, presidenti di commissione ecc.).
Se posso dirle, dispiace veramente che un sito come il suo, che seguo normalmente con grande interesse, abbia ceduto a quest’onda demagogica che francamente non sta facendo nessun bene al nostro Paese. Se questa mia precisazione potrà servire a far riflettere i suoi lettori sul fatto che quello che conta non è solo il costo delle cose, ma il loro valore, credo che avremo fatto insieme ben di più che riparare a un titolo e a un articolo per me molto sgradevoli e per voi non particolarmente lusinghieri.
La prego pertanto di voler pubblicare questa mia lettera quanto prima, e con la medesima evidenza che avete utilizzato per il vostro articolo.
La ringrazio sin d’ora.
Cordialità,
Ivan Scalfarotto