
Costi della politica sempre d’attualità in Italia. In queste ore la Camera dei Deputati, con 109 voti di scarto, ha approvato la richiesta di rinvio in Commissione della proposta di legge del M5S sul dimezzamento degli stipendi dei parlamentari. La seduta, che vedeva all’ordine del giorno come primo punto la discussione del disegno promosso dai pentastellati e che ha come prima firmataria Roberta Lombardi, si è aperta con le prime scintille tra la maggioranza e i rappresentanti del Movimento.
Siamo andati a spulciare il sito istituzionale della Camera per stilare una classifica dei più ricchi della provincia di Foggia in base al reddito complessivo dichiarato. Al primo posto ancora lui, l’avvocato di Trinitapoli (in quota Sel) e uomo chiave nella Puglia di Vendola, Arcangelo Sannicandro che dichiara 155.341 euro. Sannicandro va oltre la media generale che si attesta tra 80mila e 150mila euro, fascia di reddito dichiarata dal 70 per cento dei parlamentari. L’ex Rifondazione Comunista finito al centro di una polemica poche settimane fa per un’infelice battuta sui metalmeccanici.

Segue a ruota il manfredoniano Michele Bordo, esponente del Pd, che dichiara 123.064 euro. Terzo gradino del podio per l’udiccino Angelo Cera, ex sindaco di San Marco in Lamis: per lui 117.433 euro. Fuori dal podio la foggiana Colomba Mongiello (Pd) con 102.435 euro di reddito complessivo. Infine Ivan Scalfarotto (Pd), anche lui del capoluogo dauno, con 90.638 euro. Ma proprio quest’ultimo si rivela uno spendaccione in fatto di rimborsi. Infatti, mentre si discute di stipendi, un altro aspetto non andrebbe sottovalutato, quello relativo alle spese dei parlamentari, soprattutto per viaggi e soggiorni.
Il buon Scalfarotto ha speso 20.402,64 euro dal 12 aprile (primo giorno di incarico come Sottosegretario di Stato) al 30 giugno 2016. Più altri 13.132,54 euro dal 1 luglio al 30 settembre dello stesso anno. In pratica oltre 33mila euro in poco meno sei mesi. Questi i numeri del parlamentare foggiano alla voce “spese di viaggio e soggiorno”. Dati pubblicati sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico. Si parla, in proporzione, di circa 70mila euro all’anno. Questo nonostante i deputati – si legge sempre sul sito del Ministero – usufruiscano di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. Mentre per i trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto più vicino e tra l’aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l’aeroporto più vicino al luogo di residenza, e a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km. Inoltre i deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche.