Il welfare di prossimità ha un presidio in più in città. Ha aperto le porte ieri, a Cerignola, la “Casa della Solidarietà”, con un’affollata cerimonia di inaugurazione, benedetta dal vescovo della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, Luigi Renna. Su iniziativa dell’amministrazione comunale, i locali da tempo ristrutturati e inutilizzati dell’ex Carcere, in zona Sant’Antonio, sono stati adibiti a centro di smistamento di alimenti e indumenti per le famiglie indigenti, contando sullo sforzo delle associazioni che cureranno il servizio. Su tutte il Centro d’Ascolto “Mons. Antonio Palladino”, che da anni, arrangiandosi in un locale adiacente la villa comunale, distrbuisce generi alimentari e anche pasti caldi alle famiglie bisognose. Un compito che potrà ora svolgere in collaborazionne con la locale sezione della Croce rossa e l’associazione Safe, disponendo di un ampio spazio ben strutturato e attrezzato, con stanze-dispensa, emporio per l’abbigliamento, e quattro mura riservate all’ascolto del bisogno.
È così che l’ex Carcere da luogo di detenzione si è trasformato in luogo di accoglienza. A tagliare il nastro della Casa della Solidarietà, la moglie e il figlio del compianto Salvatore Lasalvia, fondatore del Centro d’Ascolto “Mons. Antonio Palladino”.
“Stasera aggiungiamo una maglia importante alla rete della solidarietà, della presenza civile a favore delle persone che sono in difficoltà”, ha dichiarato il sindaco Franco Metta durante la cerimonia di inaugurazione. “Non potremo dare umanamente una risposta a tutte le richieste di aiuto, ma stiamo cercando di tessere la tela per essere il più possibile presenti e vicini agli ultimi, alle persone che hanno bisogno di essere ascoltate. È un progetto a cui ha lavorato il precendente assessore Mimma Albanese -ha poi tenuto a precisare-, che ha posto le basi per questa realizzazione che è stata poi completata con tenacia ostinata dal vicesindaco Pezzano”.
L’assessore alle Politiche sociali ha avuto il merito di coordinare lo sforzo volontario delle associazioni che animeranno il contenitore solidale “per fare in modo che diventi un luogo in cui le persone in difficoltà sentano il calore delle istituzioni”, l’auspicio di Rino Pezzano. L’intento è quello di “cercare di creare un osservatorio delle povertà”, una sorta di censimento dei bisogni e dei bisognosi. “Se non abbiamo contezza del livello di povertà della nostra città -ha aggiunto-, difficilmente riusciremo a intervenire in maniera adeguata”.
L’immobile era già pronto all’uso, ristrutturato in parte per un progetto già sul tavolo dello scorso governo. “Con la passata amministrazione qui venivano assegnate stanze in modo disorganizzato. Noi abbiamo firmato una convenzione a quattro anni per un’iniziativa più strutturata, con l’ausilio delle associazioni che in regime di volontariato gestiranno il servizio per conto dell’amministrazione comunale. É un progetto per noi a costo zero e per loro a introito zero”, spiega a l’Immediato il vicesindaco. L’intento è anche quello di creare una rete di centri di ascolto del bisogno ed erogazione dei servizi a sostegno delle povertà.
Già si è messo mano a un elenco di famiglie che vivono condizioni di disagio economico, attraverso l’iniziativa della distribuzione dei ticket gratis per le giostre, previa presentazione di un modello Isee non superiore ai tremila euro. “Stiamo creando un database delle famiglie cerignolane che hanno una situazione reddituale che rientra in quella fascia e per quella iniziativa raccogliemmo circa 250 richieste. A sostegno delle famiglie che rientrano in quella stessa fascia si rivolge, ad esempio, la misura del reddito di dignità –continua Pezzano-, ma allo stato sono pervenute appena 230 domande. Mi sono reso conto che ci sono molte misure a disposizione per lo stato di povertà di un territorio ma non arriva la notizia ai fruitori. Manca una rete tra parrocchie e terzo settore, che sono la porta delle famiglie che vivono il disagio e tramite loro è più facile informare ogniqualvolta c’è un intervento che va in quella direzione. Fatto questo, secondo me, abbiamo fatto già un grosso passo in avanti, perchè abbiamo contezza di quello che è lo stato di povertà che sussiste nella nostra città”.
Al momento confluisce tutto nella casa comunale, ingolfando gli uffici dei servizi sociali. Lo scopo è anche quello di dislocare più punti di ascolto, associati al servizio di distribuzione indumenti e alimenti, per arrivare a tutti i cittadini nel proprio quartiere di residenza, evitando che le stesse famiglie possano andare in luoghi diversi. Anche la Diocesi, attraverso la Caritas, inaugurerà a breve un’iniziativa simile nel rione San Samuele, presso il centro sociale “Don Antonio Palladino”, al cui primo piano, sarà attivato un centro d’ascolto, a partire dal prossimo 11 novembre.
Lo ha annunciato il vescovo durante la cerimonia inaugurale di ieri sera, dopo aver espresso indignazione per le vandalizzazioni dei dispositiviper il controllo della velocità. “Quanti ragazzi muoiono perché non c’è controllo? Ma io ne avrei voluto altri dieci, e sopratutto nei luoghi periferici. Mi ha fatto male leggere i giudizi degli adulti che stanno lì a discettare sui social network se fosse giusto o no il gesto. Confrontatevi con i dieci comandamenti. Chi distrugge la cosa pubblica ha rubato. Permettemi di indignarmi”.