Quasi 600 studenti e più di 15mila euro raccolti. È stato un successo il primo festival dell’economia e della ricerca dell’Università di Foggia, chiuso ieri dal premio Nobel Michael Spence. L’organizzatore, il prof Cristoforo Pomara, ha già annunciato il tour nelle scuole dei quartieri disagiati di Foggia: “Con le risorse disponibili, compreremo ciò che serve per migliorare la didattica. Saranno le scuole stesse a segnalarci le necessità, siano banchi, sedie o strumentazioni tecnologiche”. Un tentativo nobile per contrastare la dispersione scolastica fortemente in crescita negli ultimi anni.

Spence e gli studenti
Una battuta dopo l’altra, del tenore “mi piacciono le tue scarpe verdi, sono molto cool”, Spence ha cancellato ogni possibile distanza dagli studenti delle superiori e medie. Il teorico dei mercati con informazione asimmetriche è entrato nel vivo delle questioni calde, dai flussi migratori al fallimento delle startup, con il prezioso lavoro del responsabile del centro linguistico dell’Unifg, Christopher Williams. “I movimenti delle popolazioni possono essere motivo di ricchezza sia per i Paesi d’origine che per quelli di destinazione – ha affermato il docente della Bocconi di Milano -, ma questo è vero fino ad un certo punto. Il beneficio è massimo solo fino a quando si raggiunge la quota limite oltre le quale non ci può essere un’adeguata integrazione”. Detto in altri termini, ogni Stato può ospitare un numero massimo di migranti, offrendo loro le migliori condizioni per integrarsi ed essere produttivi per lo Stato stesso. “Quando la migrazione funziona bene vuol dire che è controllata – ha chiosato Spence -. Negli ultimi tempi assistiamo ai notevoli problemi che ha l’Europa nella gestione dei flussi. L’Italia dovrebbe essere fiera per l’atteggiamento che ha avuto finora e per la capacità di accoglienza. Ma il problema è un’altro. Una crisi particolarmente complessa come quella del Medio Oriente non può essere gestita né dall’Italia, né dall’Europa. È un problema mondiale. Solo che, al momento, non ci sono organizzazioni mondiale all’altezza per una governance efficace. Servirà molto tempo per trovare una soluzione, nel frattempo i numeri continuano ad essere troppo grandi…”. Il tema, dunque, resterà in agenda e influenzerà per molto tempo la politica e la percezione dei cittadini (anche in Puglia e in provincia di Foggia). Sulle startup – ampiamente finanziate con bandi regionali – è lapidario: “Ho vissuto nella Silicon Valley, so quali sono le dinamiche delle startup e quanto sono utili all’innovazione, ma è bene precisare una cosa: se una società sta per fallire, non bisogna rifinanziarla, bisogna lasciarla morire per dar spazio ad un’altra idea innovativa”.
Il giramondo innamorato del Gargano
Foggia, Peschici, Milano, Hong Kong. Tutto in poche ore. Poi chissà dove. Ma il giro con la famiglia sul Gargano è stato speciale per l’economista statunitense. Tra i trabucchi è rimasto estasiato dal paesaggio e dalle “potenzialità di un posto così”. Del resto, ha avuto modo di farsi un’idea precisa, sorvolando l’intero Promontorio con un elicottero Alidaunia, una delle poche compagnie in Europa ad offrire voli di linea (un’altra eccellenza che ha sorpreso Spence per “l’efficienza e la precisione” dimostrata). Tra i tanti luoghi che toccherà nelle prossime settimane, non dimenticherà facilmente il giro del Gargano con la famiglia. Qui, in provincia di Foggia, nel profondo Sud, ha trovato “una piccola Florida”. Un microcosmo della “California del Sud”, appellativo utilizzato sovente per la Puglia. Chissà che, nell’economia globalizzata, non potremmo dire tra qualche tempo di non essere poi così lontani dagli States.