Il pm Alessio Marangelli si sarebbe accanito contro alcuni carabinieri per semplice ripicca. Questo emerge dal servizio de “Le Iene”, trasmissione in onda su Italia Uno (a questo link il servizio completo: http://www.iene.mediaset.it/puntate/2016/04/28/pecoraro-da-carabiniere-a-carcerato_10330.shtml). Accuse pesantissime scaturite dall’inchiesta Reset sui possibili collegamenti tra il clan di Lucera Cenicola-Ricci e alcuni uomini dell’Arma, in particolare il maresciallo Sillitti.
Stamattina è giunta in redazione la lettera di Antonio Buccaro, Presidente della Sottosezione dell’ANM (associazione nazionale magistrati) di Foggia. Eccola:
In data 6.5.2016, presso il Palazzo di Giustizia di Foggia, si è tenuta una riunione della locale Sottosezione della ANM, avente ad oggetto, un servizio televisivo mandato in onda il giorno 28.4.2016, sulla emittente televisiva nazionale “Italia1”, nel corso della trasmissione “Le Iene”, in danno del dott. Alessio Marangelli, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Foggia.
La Sottosezione dell’ANM di Foggia, all’unanimità dei presenti, ha espresso solidarietà nei confronti del collega Marangelli, stigmatizzando le modalità improprie con le quali è stata condotta l’intervista televisiva, nonché l’intollerabile denigrazione mediatica a cui è stato sottoposto il collega per l’attività svolta nell’esercizio delle sue funzioni.
L’Assemblea ha, altresì, autorizzato lo scrivente Presidente, a diffondere il sotto riportato comunicato alle primarie testate giornalistiche locali:
“L’Associazione Nazionale Magistrati, Sottosezione di Foggia, stigmatizza le modalità con cui è stato realizzato il servizio televisivo mandato in onda nel corso della trasmissione “Le Iene”, sul canale “Italia 1”, in data 28.4.2016, avente ad oggetto il titolo “da carabiniere a carcerato” ed esprime piena solidarietà al collega dott. Alessio Marangelli, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Foggia.
In particolare, risultano omesse circostanze rilevantissime per la completa conoscenza dei fatti: nei confronti del DE FANTIS Vincenzo, indicato dagli intervistatori quale principale teste di accusa nei confronti del dott. Marangelli, risulta infatti esercitata l’azione penale, con richiesta di rinvio a giudizio, innanzi al Tribunale di Lecce, per i reati di calunnia e falsa testimonianza, proprio in relazione ai medesimi fatti per i quali lo stesso è stato presentato quale “vittima” di presunte torture ed abusi, asseritamente commessi proprio dal dott. Marangelli.
L’incompleta informazione offerta ai telespettori, ha determinato un grave danno alla credibilità della funzione giudiziaria.”
Al solo fine di consentire alle SS.LL. di ricostruire asetticamente la vicenda processuale che ha dato origine al servizio in oggetto, per completezza di informazione, si rappresenta quanto segue:
Il dottor Alessio Marangelli, in qualità di sostituto procuratore della Repubblica presso l’ormai soppressa Procura del Tribunale di Lucera è stato assegnatario, unitamente al procuratore Domenico Seccia e ad altra collega dell’Ufficio, del procedimento penale numero 2171/11/21 RGNR, a carico di un nutrito gruppo di soggetti ritenuti a vario titolo responsabili di associazione a delinquere, estorsioni, furti, detenzione abusiva di armi.
Le attività investigative consentivano, in particolare, di ipotizzare l’operatività sul territorio di Lucera di due distinte organizzazioni criminali e di monitorare lo scontro tra le stesse per il controllo delle attività delinquenziali, sfociato il 30 agosto del 2011 nell’omicidio di Giovanni Pignatelli Fabrizio.
Nell’ambito del medesimo procedimento venivano acquisiti elementi a carico di alcuni militari in forza al Nucleo Operativo dei Carabinieri della Compagnia di Lucera ed, in particolare, di Giuseppe Sillitti, per i reati di associazione a delinquere e di estorsione; di Giovanni Aidone, per i reati di associazione a delinquere, estorsione e falso in atto pubblico; di Luigi Glori, per il reato di estorsione, e di Michele Falco, per i reati di associazione a delinquere, estorsione e favoreggiamento.
Sulla scorta degli elementi acquisiti veniva applicata la custodia cautelare in carcere, su ordinanza del GIP presso il Tribunale di Lucera. L’operazione di polizia veniva denominata “Reset”.
Il provvedimento cautelare in sede di riesame veniva totalmente annullato per le posizioni del Sillitti e del Falco; parzialmente annullato per l’Aidone, per il quale si riteneva la sussistenza di gravi indizi per un’ipotesi di falso; confermato per il Glori, con riferimento al reato di estorsione.
I predetti militari, unitamente ad altre persone indagate, venivano rinviati a giudizio dinanzi la Corte di Assise di Foggia. Il processo si definiva con sentenza di assoluzione, ex articolo 530, comma 1, c.p.p., divenuta irrevocabile all’esito del successivo grado di appello.
In data, 19.4.2016 due soggetti presentatisi come inviati della nota trasmissione televisiva “Le Iene”, in onda su “Italia1”, procedevano ad intervistare il dott. Alessio Marangelli, che veniva avvicinato nei pressi della sua abitazione.
Il servizio riguardante le funzioni svolte dal dott. Alessio Marangelli nell’ambito del procedimento penale avente n. 2171/11-21 R.G.N.R. (ex) Procura di Lucera e nel successivo dibattimento n. 1/13 Corte d’Assise di Foggia quale Pubblico Ministero di Lucera, veniva mandato in onda il giorno 28.4.2016, sulla rete televisiva nazionale ‘Italia1’, nel corso della trasmissione “Le Iene”.
In particolare, veniva proposta l’intervista di un testimone di quel procedimento (indicato dall’intervistatore come ‘Enzo’, ristoratore del Lucerino vittima dell’incendio del proprio locale), nonché, del M.llo Sellitti, all’epoca in servizio presso il Comando Carabinieri di Lucera.
Quanto al testimone indicato quale Enzo, lo stesso rivelava circostanze di ipotetico rilievo penale a carico del dott. Marangelli, parlando di torture e vessazioni varie subite nel corso della sua audizione in Procura quale persona offesa di estorsione nell’indicato procedimento .
Allo stato, e sulla scorta della conoscenza degli atti, in relazione all’identità del testimone, il dott. Marangelli comunicava a questa Presidenza, che con ragionevole certezza, trattavasi di De Fantis Vincenzo, nato a Lucera il 17.8.1975.
Il dott. Marangelli comunicava, inoltre, a questo Ufficio di Presidenza, che:
a) nel corso dell’incontro avuto con l’intervistatore (e con l’operatore al suo seguito), in data 19.4.2016, lo stesso aveva chiesto lumi – tra le altre cose – anche sulle accuse mosse da De Fantis Vincenzo nel corso del processo n. 1/13 (p.p. 2171/11-21) in Corte d’Assise in relazione al suo operato come Pubblico Ministero;
b) che aveva cercato di spiegare, come il De Fantis -che lo aveva effettivamente denunciato, per i fatti narrati nel corso dell’udienza del 19.3.2013, dinanzi alla Corte d’Assise di Foggia e ribaditi nel corso dell’intervento televisivo- , fosse stato (e sia attualmente) imputato in due processi dinanzi al Tribunale di Lecce per la falsità delle dichiarazioni rese a carico di esso dott. Marangelli (trattasi, in particolare, del procedimento avente n. 4273/2015 R.G.N.R. Procura Lecce e 7629/2015 R.G. G.i.p. Tribunale di Lecce e del procedimento n. 5069/13 R.G.N.R. Procura Lecce e 10570/2013 R.G. G.i.p. Tribunale di Lecce.);
c) che nel corso dell’intervista il M.llo Sellitti, ricostruendo la vicenda giudiziaria che lo aveva riguardato quale indagato, narrava, altresì, di una delega per l’esecuzione di un ordine criminoso ricevuto da esso dott. Marangelli nell’ambito di altro procedimento penale e relativo alla commissione di una rapina con volto travisato ed armi in pugno, finalizzata alla apposizione di una microspia all’interno di una vettura per l’esecuzione di intercettazioni ambientali tra presenti, ordine che in quanto rifiutato, – a dire dell’intervistato -, avrebbe portato dopo appena tre mesi dal rifiuto, alla sua cattura nel procedimento Reset;
d) che la delega ‘incriminata’, a firma di esso dott. Marangelli, assolutamente non prevedeva alcuna “autorizzazione alla rapina” ed era contenuta nel decreto di intercettazione di conversazioni emesso nell’ambito del p.p. n. 3201/11-21 (ex)Procura di Lucera, emesso in data 19.1.2011;
e) che l’esecuzione della misura cautelare a carico di Giuseppe Sillitti era avvenuta il 18.9.2012, dopo un anno e mezzo, e non dopo tre mesi, dal rifiuto asseritamente opposto dal predetto militare;
d) che detti chiarimenti sebbene forniti all’intervistatore, non venivano affatto riportati nel corso del servizio, in quanto del tutto omessi.
Si ringrazia per la collaborazione e si porgono cordiali saluti.
Il Presidente dell’ANM
Sottosezione di Foggia
Dott. Antonio Buccaro