Torna alla carica il sindacato Usb. Nuovo affondo contro l’istituto di vigilanza “Protect”. “Ancora una volta ci ritroviamo ad indire lo stato di agitazione (e possibile, conseguente sciopero) dei lavoratori della ditta – fa sapere il responsabile territoriale Antonio Di Gemma – in quanto ad oggi, non risultano pagate le mensilità esposte in oggetto violando un sacrosanto diritto dei lavoratori a percepire regolare stipendio a fronte di prestazioni svolte. Questo sta comportando disagi inimmaginabili ai lavoratori, che spesso si vedono costretti a chiedere prestiti per poter raggiungere il posto di lavoro senza omettere le obiettive difficoltà delle famiglie degli stessi lavoratori che non possono onorare gli impegni che ogni famiglia ha in essere per la sua stessa sopravvivenza. La questione – continua Di Gemma – assume ancora maggiore rilievo se trovano conferma le voci che altri lavoratori della stessa azienda hanno già ricevuto alcuni stipendi, creando pertanto discriminazione ed esasperazione tra lavoratori. Inoltre è di questi giorni la comunicazione di parte aziendale che la certificazione unica, ancora non consegnata ai lavoratori, contiene nell’importo, anche le retribuzioni non ancora corrisposte ai lavoratori, pertanto oltre al danno la beffa di non poter procedere a richiedere prestazioni sociali erogate sulla base dell’indicatore sintetico equivalente”. Per questi motivi il sindacato indice lo stato di agitazione di tutto il personale della ditta Protect srl. “Invitiamo il prefetto ad attivare il tavolo di raffreddamento previsto dalla norma”.
Nel frattempo, i tre dipendenti licenziati qualche mese fa, restano in attesa del Tfr (ballano circa 50mila euro). “Il 12 aprile scorso era previsto un tavolo di conciliazione con l’amministratore della società ma quest’ultimo non si è presentato per motivi di salute. Tutto rimandato al prossimo 2 maggio”.