“Se il programma di cessione non dovesse andare a buon fine, le possibilità di salvataggio dell’opera Don Uva si ridurrebbero drasticamente. Per questo, data l’imminente scadenza del termine per presentare le offerte vincolanti d’acquisto, saremo impegnati, ancora una volta, in Regione Puglia al fine di comprendere qual è la volontà del principale committente della Casa Divina Provvidenza”. A parlare è il commissario straordinario dell’istituto, Bartolomeo Cozzoli, alla vigilia dell’incontro a Bari per capire quale programmazione è prevista per le due sedi di Bisceglie e Foggia (la terza è a Potenza). Difatti, la conferma del tetto di spesa di circa 27 milioni di euro è determinante per la chiusura della cessione ai privati (la scadenza è il 31 gennaio), che avrebbero messo sul tavolo una cifra simile per acquistare l’ente travolto recentemente da una serie di scandali. “Ritengo di primaria importanza – aggiunge Cozzoli – che, prima del 31 gennaio, la Regione spieghi alla comunità pugliese ed ai soggetti che hanno manifestato interesse, quale ruolo intende assumere per il salvataggio. È il momento che le rassicurazioni espresse dal presidente Michele Emiliano nel corso dell’ultimo consiglio regionale si trasformino in atti”.
Sansavini prende tutto?
Nelle ultime ore sono sempre più insistenti le voci sulla “grande offerta” di Ettore Sansavini, interessato all’acquisto delle tre sedi di Foggia, Bisceglie e Potenza. Il ragioniere di Cotignola, re della sanità privata emiliana a capo di un colosso da 500 milioni di euro di fatturato e già presente in Puglia, nel Barese con la Gvm, sarebbe determinato a chiudere i conti. Del resto, è recente un’operazione importante a Roma, con l’acquisto dell’Idi-San Carlo in un’operazione complessa che ha lasciato parecchi dubbi tra gli addetti al settore: il nuovo assetto guidato dal cardinale Giuseppe Versaldi, che ha come riferimento principale il Vaticano (con il 55 per cento delle quote) e come partner il gruppo Sansavini (con il 35 per cento), ha fatto il colpaccio acquistando l’ente al costo di un appartamento, 250mila euro. L’acquisto dell’intera proprietà, con le tre sedi, è un elemento di vantaggio importantissimo nel bando, tale da tagliar fuori l’interesse della cordata foggiana composta dal ticket Paolo Telesforo–Michele D’Alba, che ha registrato negli ultimi tempi la fuoriuscita dell’altro big del settore, Potito Salatto. Resterebbe invece in partita il gruppo di riferimento dei fratelli Sannella (proprietari della Tamma, del Foggia Calcio, e di una serie di aziende nell’agroalimentare e nelle rinnovabili), forti di una potenza di fuoco economica importante.