Ha suscitato non poche polemiche l’annuncio del governatore pugliese Michele Emiliano che, alcuni giorni fa, ha detto che non imporrà nuove tasse per risanare il deficit della sanità.
Piuttosto, ha aggiunto, potrebbe chiudere 25 ospedali, anche se questo dovesse costargli la rielezione.
Gli fa onore la considerazione sulle (poche) risorse economiche per i cittadini pugliesi, ma la tenuta del sistema sanitario passa attraverso altre considerazioni ed impegni.
Ancora una volta si ricorda a tutti che la Puglia è entrata in Piano di Rientro non per il deficit sanitario, ma per aver sforato il Patto di Stabilità nel 2004.
Ma anche questo non giustifica la stagione “lacrime e sangue” che i pugliesi hanno affrontato tra tasse e tagli di posti letto, l’importante era, far quadrare i conti.
E’ bastato riparlare di tagli e chiusure di strutture, ed ecco che ci si accapiglia per consigli, ricette e quant’altro.
Hub&Spoke (Emiliano), Sanità a km O (Gentile), raccordo a livello di assistenza ospedaliera di secondo livello fra l’Azienda ospedaliero-universitaria di Foggia e Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Piazzolla), per fermarci alla lettura dei giornali.
Ancora oggi, comunque, nessuno parla di epidemiologia, di bisogno di salute, di mobilità sanitaria, di territorio, di dislocazione delle strutture, ma solo “o così altrimenti ci sono le tasse”(Emiliano), o ” il paziente non deve subire ulteriori disagi di spostamenti oltre alla sua malattia “(Gentile) o ancora “prevedere una rete ospedaliera con integrazione dei vari soggetti presenti sul territorio”(Piazzolla).
Hanno proprio tutti ragione!! Ma chi, quando e dove parlarne?
Al netto delle notizie giornalistiche, qualcuno dovrà pur prendere l’iniziativa di mettere intorno ad un tavolo gli attori pubblici e privati, gli ordini professionali, i sindacati, le associazioni di categoria, quelle rappresentanti i cittadini, non per accettare , passivamente, scelte calate dall’alto, ma per condividere un percorso comune.
Non è più tempo di giocare sulla pelle di chi soffre in nome di un euro da risparmiare.
L’obiettivo salute deve restare centrale in tutte le riorganizzazioni che si vogliono varare, altrimenti perdiamo il senso dell’intervento.
La nostra preoccupazione deve essere semmai rivolta a non far andare le persone in mobilità, perché la paghiamo cara (65 milioni di euro l’anno solo per la ASL di Foggia: ndr) e sottrae risorse importanti alla sanità in Puglia.
Invece si chiede un’inversione di rotta finanziando il sistema sanitario con le risorse recuperate agli sprechi, con dotazione del personale e attrezzature all’altezza delle moderne sfide e maggiore sincronia con il privato.
Nicola Ciavarella
coordinatore commissione politiche sanitarie Ordine dei medici Foggia