Far emergere gli imprenditori onesti e il prodotto di qualità. Questi gli obiettivi dell’incontro di oggi, a Foggia, tra tutti gli attori della filiera del pomodoro. Soggetti che, insieme, compongono un filo rosso “etico e sostenibile”. Proprio nel capoluogo dauno, uno dei principali centri in Italia specializzati in questo settore, c’è stato il faccia a faccia (mai successo prima) tra il numero uno di Coldiretti, Roberto Moncalvo e il presidente di Anicav (Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali), Antonio Ferraioli. “Arbitro” dell’incontro, il giornalista di settore Massimo Agostini, del gruppo “24Ore”. Si festeggiano i 70 anni di Anicav ma, soprattutto, si affrontano insieme i due temi più caldi del momento: caporalato e qualità delle produzioni.
Dopo una triste estate, funestata dalle troppe morti nei campi, ora c’è l’esigenza di arginare il fenomeno. Come? “Attraverso due parole – spiega Moncalvo -, legalità e trasparenza. L’unica chiave è parlarci per capire, insieme, cosa fare per un settore simbolo del Belpaese e che ci vede terzi al mondo per produzioni. Crediamo di vivere una situazione particolare – ammette -. Il momento è difficile ma anche pieno di opportunità e prospettive. Oggi non può esistere che Coldiretti non provi a sedersi attorno a un tavolo per capire cosa fare”.
Spazi nuovi per il pomodoro ci sono. Lo dimostra la crescita del 20 per cento delle esportazioni verso gli Stati Uniti. “Purtroppo, però, la TV calca alcuni aspetti negativi, tralasciando ciò che di buono viene fatto. E anche sui social network, la fotografia che si dà del settore non è completa. Quindi l’unica chiave è parlarci e condividere esperienze concrete per una corretta informazione”. Moncalvo non ha dubbi: “Solo facendo squadra faremo emergere gli imprenditori onesti”.
Insomma, la classica unione che fa la forza. L’intento è quello di creare un sistema virtuoso che possa debellare il fenomeno del caporalato, lasciando allo scoperto i “furbetti”. Anche per evitare tragedie come quelle degli ultimi mesi. Ne è convinto anche Ferraioli: “Legalità, trasparenza, rispetto dei diritti dei lavoratori, rispetto per l’ambiente, devono guidare la vita e le azioni delle imprese e rappresentare valori irrinunciabili oltre che condizioni necessaria all’attività economica e al sano e pieno sviluppo del territorio: la responsabilità sociale dovrà diventare il nuovo paradigma del fare impresa. L’Expo ci ha “legati al mondo”, come recitava il claim di Filo Rosso 2014 e, ora che il mondo ha imparato a conoscerci, bisognerà lavorare per dimostrare che la filiera del pomodoro da industria rappresenta un’eccellenza nel mercato globale: un settore da sempre attento ai temi dell’etica e sensibile alla tutela dell’ambiente, alla qualità del lavoro e agli sprechi alimentari”. Secondo Ferraioli si tratterà di un “lavoro non semplice, ma con spirito unitario saremo in grado di riuscire a valorizzare al meglio la filiera e tutti gli attori in essa impegnati”. Si parte da Foggia.