“Non ho un’idea precisa su chi possa essere l’autore di tale gesto. Ho idea che sia frutto del clima che è stato creato volutamente e del fatto che nessuno abbia immaginato, nonostante le mie ripetute segnalazioni, che da quel clima potesse sorgere questo tipo di iniziativa”. All’indirizzo del sindaco di Cerignola, Franco Metta, a Palazzo di città, era destinata l’intimidazione a stampo mafioso svelata dalla busta sospetta smistata dall’ufficio postale centrale del comune ofantino. È stata rinvenuta questa mattina la busta sospetta. All’interno “un proiettile calibro 44 parabellum, senza alcun tipo di messaggio, ma semplicemente l’indicazione: al sindaco di Cerignola, Franco Metta”, come riferisce a l’Immediato il primo cittadino informato ufficialmente dell’accaduto dal dirigente del locale commissariato e vicequestore Loreta Colasuonno, dopo averne appresa notizia da fonti giornalistiche, precisa lo stesso sindaco. Un gesto di difficile indagine che il destinatario colloca nel clima di astio e violenza che sta inasprendo l’attività politico amministrativa. Le indagini non escludono, però, anche l’ambito professionale, l’attività di avvocato penalista del sindaco. “Nessuna pista è esclusa”, confermano gli inquirenti.
“Segnali allarmanti e preoccupanti” si erano manifestati prima dell’atto intimidatorio odierno e lo stesso primo cittadino si era premurato di segnalarlo agli organi competenti. “Il segnale ricevuto è che impunemente, sia il signor Bevilacqua (ex candidato sindaco oggi a capo del movimento politico “I ribellioni”, ndr), in maniera eclatante, sia altri personaggi in cerca di facile notorietà, hanno assunto nei confronti dell’istituzione atteggiamenti di particolare aggressività e violenza verbale, che ovviamente erano propedeutici a tutto questo. Io l’ho segnalato al comitato provinciale per l’ordine pubblico –continua il sindaco Metta- quando ho ricevuto minacce di morte durante un suo comizio, alla fine del quale significativamente, il consigliere Tommaso Sgarro si complimentava visibilmente, in pubblico, con quel facinoroso che mi aveva appena minacciato di morte”.
Recentemente, inoltre, sui muri della città, il “Ribellione” ha fatto affiggere manifesti infamanti che, sull’onda della polemica cittadina sul servizio mensa riaffidato alla ditta di ristorazione che opera nella zona industriale, in prossimità della canna fumaria di un impianto che brucia rifiuti, farnetica sull’esistenza di una “cupola” di affaristi, “conflitti di interesse” e “bustarelle”, accusando, tra gli altri, il primo cittadino.
“Non ho ottenuto granché, per la verità –precisa il sindaco-, da quel comitato provinciale che, evidentemente è stato inutile e superfluo, e adesso mi hanno riconvocato e il 26 novembre andrò a sentire le massime autorità di pubblica sicurezza della provincia che cosa intendono fare per tutelare un’istituzione”. Nel suo ruolo di oppositore, nella cassetta postale della propria abitazione, Metta aveva già ricevuto una minaccia nello stesso stile e in Capitanata non mancano episodi di amministratori bersaglio di minacce e atti intimidatori. Nei mesi scorsi era toccato al sindaco di Stornarella. All’interno della busta, oltre ai proiettili, per Massimo Colia anche la minaccia scritta, di chiara natura politica: “Dimettiti per il bene tuo e della tua famiglia”.