Per due milioni di euro l’allungamento della pista del Gino Lisa non s’ha da fare. La differenza tra la gara (di cui non si è ancora vista traccia) da 8 milioni di euro e dei 3 milioni di euro dell’antincendio, infatti, secondo Aeroporti di Puglia metterebbe a rischio il bilancio dell’ente controllato dalla Regione. L’ennesimo paradosso per gli attivisti del comitato “Vola Gino Lisa”, che per mezzo del presidente Maria Luisa D’Ippolito hanno portato la quesitone al Comune di Foggia, discussa in commissione Ambiente e territorio con alcuni consiglieri di maggioranza e opposizione.
L’urgenza della scadenza – il 6 novembre prossimo – per inviate la documentazione necessaria all’Unione è l’ulteriore spada di Damocle sulla testa di un territorio. “L’aeroporto è di fondamentale importanza per il turismo del Gargano e delle Isole Tremiti – ha spiegato il presidente della commissione Pasquale Cataneo -, ma quando si tratta di Foggia da Bari creano sempre problemi. A differenza del capoluogo di provincia e di Brindisi, dove è stato offerto sostegno persino ai voli low-cost, in Capitanata hanno sollevato il problema presunto degli aiuti di Stato che potrebbero viziare la concorrenza”.
“Questo è il colpo finale, visto che ci sono scadenze urgenti – ha spiegato D’Ippolito -. Stanno facendo di tutto per far saltare il banco, inserendo all’interno del finanziamento l’antincendio, pur essendo quest’ultimo tema statale. Per di più, la procedura per l’allungamento della pista è iniziata a febbraio del 2011, quando venne previsto al Cipe uno stanziamento da 85 milioni per gli scali pugliesi, di cui solo 14 per Foggia, mentre la pratica per Bruxelles è partita a maggio di quell’anno, subito dopo l’approvazione delle nuove regole sulla concorrenza. Sono state applicate per il Gino Lisa come se fosse possibile produrre effetti retroattivi…”.
A decidere per la “via prudente” – per non incorrere in procedure di infrazione, dissero -, la commissione di esperti messa in piedi in quel periodo, con componenti per gran parte riconducibili all’ex governatore Nichi Vendola. Caso più unico che raro, valutarono l’opportunità di richiedere all’Ue un parere sul progetto e sul finanziamento. Dopo tutti questi anni, della pista non si vede nemmeno l’ombra. E non sembrano esserci vie d’uscita, visto che nessun privato sarebbe disposto a mettere sul piatto i 2 milioni di euro di cofinanziamento che mancano all’appello. Tutto questo a due giorni dalla scadenza delle procedure.