“Il centrodestra governa a Vieste dal 1980, se vogliamo incidere su questa realtà e non presentarci alle prossime elezioni comunali con una lista di testimonianza, l’alleanza con Fi è l’unica soluzione. Nicola Rosiello per noi è un interlocutore”. Parola di Anna Maria Giuffreda, consigliere di minoranza Pd al comune garganico, decisa, con il collega Calderisi, ad appoggiare la candidatura a sindaco dell’attuale assessore al bilancio e al turismo Nicola Rosiello. “Il governatore Emiliano è d’accordo con noi, ci capisce, è stato avvisato, sa cosa significa governare. Non parlerei di commistione o inciuci, del resto il premier Renzi è uno che guarda alle cose da fare piuttosto che alle elucubrazioni di quanto sia bello essere di sinistra”.
Pd contro il circolo, Fi contro il “sindaco”
Se nei paesi con meno di 15mila abitanti allestire civiche è la norma, a Vieste i due schieramenti, finora, erano rimasti sempre distanti. Il comunicato congiunto dei due coordinatori cittadini del Pd e di Fi Federica Castagnetti e Vincenzo Mastromatteo (più o meno : “Cara segreteria provinciale ecco l’accordo”) ha scatenato dure reazioni da parte degli organi dirigenti). Il comitato di reggenza del Pd ha definito il passo “un errore che bisogna correggere. In consiglio comunale e in piazza abbiamo denunciato la loro incapacità amministrativa. Come possiamo candidare a sindaco uno dei principali protagonisti di questa lunga stagione di amministrazioni di centrodestra?”
E’ stato chiesto un percorso alternativo al circolo di Vieste, che ignora completamente le direttive: “Purtroppo abbiamo il piacere di incontrare i nostri dirigenti provinciali solo alle vigilie delle campagne elettorali, quando si tratta di raccogliere preferenze alle regionali o alle primarie. Una classe dirigente degna di questo nome avrebbe preteso un confronto con il circolo prima di pubblicare un documento-fatwa come quello di ieri”.
Dal centrosinistra partono bordate, nel centrodestra quello di Gatta è un ultimatum. Il vice-presidente del consiglio regionale esorta il candidato Rosiello a fare un passo indietro: “Se persevera in questo progetto di coalizione innaturale è fuori dal partito. Dobbiamo fare di Vieste il laboratorio di tutte le forze del centrodestra e non quello di un’alleanza di questo tipo”. Raffaele Di Mauro, coordinatore provinciale, spiega che se accordi ci sono stati “non sono stati autorizzati, Fi è alternativa al Pd sia a Vieste sia nel paese e non è disponibile a pastrocchi e inciuci”.
Due assessori di Fi candidati?
Lo scontro non si svolge solo fra le direzioni e i circoli ma nell’ambito degli stessi partiti. Il Pd con Anna Maria Giuffreda e uno dei deus ex machina dell’operazione, Aldo Ragni (ex capogruppo Pd al Comune ed ex candidato alla regione nel 2010) sono decisi a ricompattare tutti sulla linea dell’intesa: “Non siamo pazzi ma molto determinati”, ammoniscono. Ma è Fi che ha scelto un’antagonista per Rosiello, il vicesindaco Raffaele Zaffarano battezzato “candidato” da Mimì Spina Diana, consigliere di opposizione e figura storica della politica locale.
Rosiello e Zaffarano – quest’ultimo si è detto disposto a trovare una soluzione unitaria- sono da dieci anni al fianco del sindaco Ersilia Nobile, nel caso si consolidasse l’ipotesi di una corsa di questo tipo, sarebbero due civiche l’un contro l’altra armate corredate dalle forze del Pd e da chi, causa accordi incrociati, resterà fuori dai giochi, uno dei motivi per cui, si dice, si è scatenata la guerra. Gli accordi su chi deve essere ricandidato e per svolgere quale ruolo sarebbero già stati presi.
Il Pd e il risultato magro delle regionali
Alle regionali su Vieste la candidata più suffragata con quasi 800 voti è stata Maria Teresa Bevilacqua dei 5 Stelle. Dopo di lei, con un numero a tre cifre solo Giandiego Gatta (quasi 600 voti). Il Pd non super i 150 con nessuno dei suoi candidati, Matteo Masciale (San Giovanni Rotondo) ne ottenne 130, Gianfranco Piemontese, allora coordinatore provinciale e attualmente assessore al bilancio, non superò i 20 voti, poco di più Paolo Campo. Fecero meglio le civiche di Emiliano, dunque i timori del suo partito in loco partono da quelle cifre. Da allora si parla di riorganizzazione delle alleanze dentro uno schema Fi-Pd in contrapposizione che, stando alle regionali, regge a stento. A riguardo il Pd con Giuffreda fa spallucce: “I 5 stelle bisogna vedere se ce la fanno a fare una lista alle comunali perché da noi in un piccolo paese il voto di opinione conta poco”.
I movimenti: Bevilacqua e Clemente
Di “cartello elettorale” contro di loro parla Maria Teresa Bevilacqua, se sarà lei il candidato sindaco ancora non è stato deciso: “Ma queste tarantelle delle segreterie arrivano tardi, servono a salvare la forma, questa alleanza significa che non esiste differenza fra Pd e Fi e che viaggiano all’unisono, gli inciuci e i salti della quaglia dalle regionali in poi sono entrati nella loro logica. Si slegano dai partiti con la scusa della civica per evitare intromissioni delle segreterie e sanno che a Bari sono appoggiati. Non è normale che due consiglieri di opposizione a un certo punto appoggino uno della maggioranza”.
In tutto questo la lettura di Mauro Clemente, ex piddino passato nella civica ‘Vieste Nuova’, è sconsolata: “Tanto questa è una repubblica autonoma e loro fanno quello che vogliono. Da un po’ di anni Fi e Pd hanno avuto una crisi di identità e gli preme salvare la loro carriera politica”. In caso di condizioni favorevoli, Clemente potrebbe essere il candidato di una civica.