Boss di Vieste fregato dalle sue stesse telecamere. Continuava a violare i domiciliari per incontrare i “colleghi”

Finisce di nuovo in cella Marco Raduano detto “Pallone”, giovane boss di Vieste, erede naturale di Angelo Notarangelo, quest’ultimo morto ammazzato nel gennaio scorso. Raduano era già ai domiciliari. Negli ultimi mesi, infatti, è stato beccato prima per il ritrovamento di un maxi arsenale sorvegliato da un serpente e poi per l’assalto a un tir nella zona di Termoli.

Nonostante tutto questo era “solo” ai domiciliari, almeno fino a poche ore fa. Il boss non faceva altro che violare le prescrizioni uscendo spesso dall’abitazione per gestire i suoi affari e incontrare parenti e amici. Mentre a casa sua continuava a ricevere personaggi di spicco della criminalità locale, portando avanti le attività illecite in tutta tranquillità. Ma Raduano non aveva fatto i conti con il sistema di videosorveglianza che lui stesso aveva fatto installare all’esterno della sua abitazione. Le stesse telecamere usate dai carabinieri per incastrarlo. Nei filmati, infatti, si nota il continuo via vai di criminali e, soprattutto, le continue uscite di “Pallone” dalla sua dimora. Per questi motivi Raduano è stato condotto nel carcere di Foggia.