“Speriamo di varcare i confini della Capitanata e diventare un festival regionale, come la rassegna ‘Il libro possibile’ di Polignano o quello della Valle d’Itria. Dopo quattro edizioni o fai il salto oppure chiudi”. Sergio Colavita con la sua associazione SpazioBaol ha appena concluso ‘Questioni meridionali’, da maggio a settembre senza un limite cronologico. Si parte quando arriva l’idea e, nel frattempo, si lavora all’organizzazione. Di temi in cantiere ce ne sono anche adesso ma vorrebbero vedere gente da fuori provincia a seguire una rassegna che, nel titolo, ha già ha fatto la sua scelta di campo, apprezzata da chi è arrivato negli anni. Al centro di tutto il Sud che declina le sue questioni sulle nuove sfide: i migranti, il caporalato, l’eterno problema del lavoro, la lettura, sempre più assente fra gli interessi dei cittadini meridionali come confermato dai dati di una Puglia maglia nera, o quasi, per la familiarità coi libri.
“Le energie del territorio”
Certo anche la politica nazionale non è che si scaldi più di tanto per le strategie di ripresa da Napoli in giù, “ma prima o poi ci seguiranno – dice Sergio Colavita -, a volte anche le istituzioni del sud dimenticano il sud. Noi quest’anno abbiamo avuto il supporto del Comune, della Fondazione Banca del Monte e di Apulia Felix, siamo la dimostrazione che con poco si può fare tanto, non siamo piagnoni. Serve però una sponda regionale nelle istituzioni per avere un festival di respiro più vasto. Le altre due rassegne della Capitanata, Festival della Letteratura Mediterranea a Lucera e Fiera del libro di Cerignola, sono la dimostrazione che sul territorio esistono tante energie, con loro va riannodata la rete”.
Mille persone, più meno, come spettatori delle serate, quattro autori di libri, Cecilia Strada, presidente di Emergency, i giornalisti Alessandro Gilioli (l’Espresso) e Christian Elia (Q Code Mag) e Vinicio Capossela. Gli spazi utilizzati il Chiostro e l’auditorium di Santa Chiara più i locali Cenè e Fourquette. Circa 10mila euro i costi sostenuti.
Fra Capossela e De Luca
Pubblico eterogeneo, stile informale tendente al “cumversare”, non parlarsi addosso, come sottolineato da Vinicio Capossela, appuntamento clou del Festival il 18 settembre scorso. Il sud onirico delle radici e delle credenze popolari che indossa i panni del cantastorie di Apricena Matteo Salvatore di cui l’artista con origini irpine ha suonato alcuni brani. La brigantessa Teresa De Sio, gli autori vari di Inchiostri di Puglia, la parola “contro” di Erri De Luca sostenuto in ogni incontro in una campagna per la libertà di espressione. Anche questo è stata l’edizione appena conclusa. Si pensa agli eventi per il futuro con i modelli di Polignano e della Valle d’Itria da eguagliare. Per i ragazzi di SpazioBaol, attivi in Emergency, Amnesty International, Avvocati di strada e in una fitta rete di impegno sociale, si tratta di una sfida possibile.