Salari accessori, straordinari e mansioni superiori. L’emergenza senza fine del contenzioso abnorme all’Asl di Foggia, tra carenze di personale e autorizzazioni più o meno lecite, è finita sotto i riflettori, trascinandosi con sé le presunte responsabilità del dirigente al Personale, Anna Maria Gualano, figura chiave del “governo” dell’ex dg Attilio Manfrini. Il commissario straordinario Vito Piazzolla, seppur nel guado della nomina del management definitivo (la decisione verrà presa agli inizi di ottobre), ha chiesto all’ufficio legale guidato da Giuseppina Norma Bortone un dossier sulle cause dei dipendenti, “per gran parte smaltiti in house dagli avvocati” di Piazza della Libertà. Ma non basta. Se è vero infatti che molte cause partono da decisioni in emergenza – ad esempio un primario che decide di affidare un incarico per sopperire ai problemi di personale in reparto -, non bisogna sottovalutare un altro aspetto: “Manca una politica organica, non c’è una guida precisa nelle decisioni di un’azienda complessa, forse pesano le carriere veloci di alcuni dirigenti…”, dichiara tra i denti una fonte vicina ai piani alti dell’azienda che ogni anno gestisce 1,2 miliardi di euro.
Per il momento non esistono ancora dati compiuti e precisi sulla situazione. “Non so ancora quali siano le percentuali di contenzioso e se ci sia un aumento rispetto agli anni scorsi – spiega Piazzolla a l’Immediato -, mi trasmetteranno a breve dei documenti precisi. È pur vero che per un’azienda complessa come questa, con molti contratti diversi, il contenzioso è quasi fisiologico, ma se si superano determinate soglie è evidente che esiste un problema”. “Molte cause si potrebbero chiudere con transazioni – ci spiegano dall’ufficio legale -, spesso si potrebbe persino evitare di farle nascere, come nel caso degli straordinari non autorizzati, nelle mansioni superiori non riconosciute o per il salario accessorio dei medici. Prima si poteva ovviare a queste situazioni con delle assunzioni celeri, mentre adesso con il blocco del turnover e delle assunzioni è più complicato. In ogni caso, c’è un problema di organizzazione”.
Servirebbe “creare delle sinergie” tra le diverse anime dell’azienda, per evitare che l’impatto delle cause possa provocare veri e propri tsunami sui conti. Il rischio, per una realtà con circa 4mila dipendenti, è che si possa creare una voragine in bilancio capace di penalizzare altri servizi determinanti per la qualità della salute sul territorio. Sul banco degli impuntati, ancora una volta arriva la qualità tecnostruttura: “Sono state prese delle scelte, anche forzate – ci viene spiegato da fonti vicine ai vertici dell’azienda -, favorendo carriere veloci, perché non si può non rimanere sorpresi dall’anzianità di servizio di alcuni dirigenti. Essere una figura apicale di un’azienda del genere – concludono – è una questione di vitale importanza, e dovrebbe arrivare dopo molti anni di esperienza. Altrimenti il sistema rischia di incartarsi”.