Una rinnovata cultura europeista da promuovere sui territori, questa la mission del coordinamento giovanile del Pse con la guida di Gianni Pittella che l’ha inaugurato ieri a Palazzo Dogana a Foggia. In compagnia di Elena Gentile, Michele Bordo, Raffaele Piemontese, un pomeriggio di discussione sule ultime vicende di profughi e migranti dopo la visita dell’eurodeputato al confine tra Serbia e Ungheria, “la nuova cortina di ferro”, come l’ha definita. Che ci sia un’impreparazione dell’Europa di fronte al flusso di gente che scappa dai propri paesi e un incrinarsi della fiducia nelle istituzioni europee è emerso chiaramente dal dibattito.
Michela Mastroluca, che coordina il gruppo, in sintonia con il deputato Michele Bordo, chiede sanzioni per Orban nella convinzione, che con tutti i suoi limiti, “a quest’Europa non ci sia alternativa e che i nazionalismi danneggino la storia dell’Europa e la sua tradizione di accoglienza”.
La lezione dei grandi del partito ai giovani si cimenta nella ricerca di modelli e spunti. Elena Gentile ricorda Pertini, “l’uomo della speranza”, sottolinea come “finanza e mercato siano strumenti e non obiettivi”, dà forza alle nuove generazioni nate con l’euro affermando che “serve un altro ’68 per stabilire questo nuovo approccio con l’Europa”. Che significa, anche, fondi da spendere bene, “due miliardi entro il 2020” ricorda Piemontese, assessore regionale al bilancio. “Voglio coinvolgere Elena Gentile e Gianni Pittella – ha aggiunto – nell’interlocuzione con la Commissione europea sull’aeroporto Gino Lisa”, tema molto sentito in Capitanata per cui si attendono risposte certe da parte delle istituzioni di Bruxelles.
Pittella: “Pse sommatoria di partiti”
Alla fine il presidente del gruppo Socialisti&Democratici raccoglie i punti di vista e crea ponti fra il territorio e l’Europa. Vorrebbe il Pse aperto alle iscrizioni dei cittadini, cioè che un rappresentante del Pd avesse in tasca due tessere oltre a quella del suo partito e, nell’occasione, ha ringraziato la solerzia con cui Renzi ha aderito al gruppo socialista.
Qualche giorno fa ha proposto la “sospensione” del premier slovacco Robert Fico dal Pse per le dichiarazioni restrittive sulla libertà dei musulmani in Europa, durissimo anche con Orban. E su questo “lato oscuro” della convivenza politica fra forze diverse ritiene che il Pse, “sommatoria di partiti, sia lontano da quello che dovrebbe essere”.
Dal punto di vista operativo ha parlato di alcune sfide decisive da affrontare: “La mobilità non è un fatto congiunturale ma strutturale, Libia e Siria sono in guerra e non possiamo non prevedere questi flussi. Bisogna creare un sistema del diritto d’asilo che superi Dublino, finora la prima accoglienza è stata scaricata solo su alcuni paesi”. Bene gli hotspot per profughi e migranti economici, “i primi saranno accolti secondo quote, per i secondi vanno creati canali legali di accoglienza per non lasciarli nelle mani dei trafficanti della morte”.
Necessaria la politica estera con il Nord Africa e la grande alleanza, compresa l’Onu, tra potenze del mondo per fermare l’Isis. Contro la quotidianità della guerra che massacra l’Africa a Bruxelles partirà a breve una campagna per “incrementare l’istruzione dove ci sono guerre”.