Secca replica del numero uno dell’istituto di vigilanza Protect, dopo l’articolo pubblicato sulla nostra testata riguardante i ritardi dei pagamenti degli stipendi ai dipendenti. Ecco cosa scrive Vincenzo Giandolfi: “Risulta falso e fuorviante qualificare la Protect s.r.l. come Black Security s.r.l., trattandosi di imprese distinte e non legate da rapporti di controllo o di collegamento societario. Ugualmente, del tutto falsa e fuorviante si rivela la circostanza che i dipendenti della Protect siano creditori di 12 mensilità, essendo state pagate le retribuzioni ed i correlati emolumenti del mese di giugno 2015. Se si è registrato un ritardo nel pagamento delle retribuzioni, ciò è stato unicamente dovuto alla morosità di numerosi clienti dell’Istituto di Vigilanza, i quali subiscono gli effetti della sfavorevole congiuntura economica. Quanto alla procedura di mobilità, essa è stata incardinata su base volontaria, rientra tra gli strumenti previsti ex lege per fronteggiare gli esuberi ed ha avuto genesi nell’accordo tra l’impresa ed i dipendenti, assistiti dalle associazioni categoriali e sindacali. Malgrado i tentativi di qualche dipendente, da qualche tempo impegnato a gettare discredito sull’impresa, la Protect s.r.l. continua con rinnovato impegno nella prosecuzione della attività di vigilanza, garantendo ai propri clienti servizi svolti in maniera professionale e tempestiva”.
Vincenzo Giandolfi, amministratore unico Protect srl
Gentile signor Giandolfi, questa testata non ha mai scritto che Protect e Black Security sarebbero la stessa cosa. Inoltre, il motivo dei ritardi nei pagamenti è stato già anticipato nell’articolo al quale lei fa riferimento nella precisazione. Infine, riguardo alle “12 mensilità” si intendono i ritardi accumulati già con Black Security. La notizia è riportata al fine di sottolineare lo stato di assoluto allarme nel quale vivono numerosi dipendenti della società.
Distinti saluti
la Redazione