Dove c’è una carenza c’è business. Soprattutto in sanità. Nessuno avrebbe però immaginato che, dopo due anni dal bando per l’assegnazione di 96 posti letto si potesse scatenare una “guerra” per i posti letto delle Rssa, le residenze socio sanitarie assistenziali in provincia di Foggia. Il pomo della discordia, dopo la lentezza burocratica dell’ex direttore generale dell’Asl Attilio Manfrini, questa volta è la “velocità” di assegnazione di 60 posti da parte del nuovo manager, Vito Piazzolla. Il nuovo provvedimento, aspramente contestato da uno dei big della sanità locale, Michele D’Alba
(nel Cda della srl che controlla la struttura “Madre Teresa” di San Giovanni Rotondo), scaturisce da un’ordinanza del Tar (numero 277 del 2015) che ha accolto l’istanza cautelare per il riesame del provvedimento impugnato dalla fondazione “Giuseppe Palena onlus” e da “Sanità più”, ritenuti da Piazza della Libertà legittimi assegnatari delle zone carenti di San Severo e Cerignola (le due zone non coperte da Manfrini). “L’Asl di Foggia – spiega Raffaele De Nittis, amministratore delegato della Madre Teresa – ha assegnato dei posti letto senza coinvolgere tutte le cinque società attraverso un nuovo bando pubblico. Eppure, dal Tribunale amministrativo hanno semplicemente accolto il ‘riesame del provvedimento’, non hanno certo detto all’Asl di assegnare i posti ai ricorrenti…”.
Nella delibera del 6 agosto scorso (numero 476), preparata sull’istruttoria espletata dal dirigente Ettore Magaldi, responsabile del procedimento dimessosi durante l’apertura delle buste per il potenziale conflitto di interessi (alcuni parenti sarebbero direttamente coinvolti nelle società che gestiscono alcune strutture), si dà ampio risalto al parere dell’avvocato Raffaele Daloiso, uno dei consulenti più assidui da queste parti, “per riesaminare le istanze dei due ricorrenti”, considerando l'”interesse pubblico cui il procedimento è finalizzato”. A maggior ragione per via del fatto che “esistono richieste di ricovero che seppur positivamente istruite sono allo stato insoddisfatte”. “È stata compromessa la par condicio degli operatori economici – continua De Nittis -, di chi ha manifestato interesse a convenzionarsi e ha investito denaro nella realizzazione di strutture. Per di più, a San Giovanni abbiano ricevuto un finanziamento di 2 milioni di euro, rischiando adesso di chiudere per via della mancata attribuzione di ulteriori posti letto. La perdita che si registra da più di un anno, potrebbe comportare il licenziamento del personale (sono 30 i lavoratori al momento) e la fine dell’assistenza ai 40 ospiti non autosufficienti della struttura. Un’angheria impossibile da sopportare per chi ha pagato regolarmente gli stipendi nonostante le difficoltà economiche”.
La lettura dei fatti non piace al neo avvocato Luca Vigilante, a capo del centro foggiano il Sorriso. “Se qualcuno considera un’assegnazione viziata da illegittimità ricorre alle sedi opportune, in questo caso chi l’ha fatto ha avuto ragione – commenta -. L’ordinanza in questione ha dato effetto cautelare al provvedimento, rendendo ormai definitiva la decisione. Se qualcuno non ha tutelato i propri interessi finora, o non è stato attento ai fatti o aveva interessi diversi che non possiamo conoscere. In ogni caso, ci sono ancora 30 posti letto da assegnare, rivenienti dalla Turati di Vieste ed altri saranno messi a disposizione a breve, così come è stato stabilito dalla Regione Puglia per la provincia di Foggia”. Vigilante ammette la “colpa” di Manfrini a non aver mai fatto il nuovo avviso, ma rilancia sostenendo la “necessità di essere ripagato dai colpevoli per i danni subiti dalla lentezza nelle procedure di affidamento”. Quanto alla sperequazione nel rapporto tra Foggia città e resto della provincia (a favore della prima, ovviamente), replica: “Non esiste nessuno sbilanciamento, semplicemente il capoluogo ha un’elevato numero di richieste in Rssa. Per quel che mi riguarda – precisa -, cambierei addirittura il sistema, attraverso l’introduzione di voucher attraverso i quali ogni utente potrà scegliersi la struttura: così almeno si potrà capire davvero chi offre i servizi migliori”. E se al Sorriso 13 posti letto non cambiano certo l’assetto complessivo della struttura, il “colpaccio” sembra averlo fatto la fondazione Palena, finora sul filo del rasoio per un investimento di 8 milioni di euro, che ha spinto il referente Corrado Magistro in una vera e propria battaglia per gli accreditamenti.
La situazione nel distretto di Lucera non è certo migliore. “Abbiamo fatto richiesta di assegnazione in autotutela dei 15 posti letto che sono stati attribuiti alla De Peppo – chiosa Carlo Rubino della San Riccardo Pampuri -, perché dovevamo avere 30 posti e ne abbiamo accreditati soltanto la metà. Quanto a Foggia, fu lo stesso Manfrini a definire saturo il distretto, e pertanto deve esserci stata poca attenzione da parte dell’Asl nel passaggio al nuovo manager: davvero si può pensare che ci sia bisogno di altri 47 posti a Foggia mentre si continua a tergiversare nel Subappennino, per il quale la Regione ha dato priorità? Davvero si può pensare che sia la stessa cosa aprire una struttura in città rispetto a Volturino?”, conclude alimentando un nuovo fiume carsico di veleni.