Potrebbe essere il giorno della decisione sull’assegnazione dei 96 posti letto per Rssa (residenze socio sanitarie assistenziali per anziani) in provincia di Foggia. Ma all’Asl, in commissione, con molta probabilità ne verranno assegnate soltanto 36. La ragione: “Bisogna favorire il territorio, perché Foggia ha già avuto”. Detto in altri termini, per i 60 posti da assegnare tra Cerignola e San Severo, “bisognerà fare un nuovo bando“. È questa, in sintesi, la posizione di Attilio Manfrini, ingegnere cerignolano a capo dell’azienda da oltre 1,2 miliardi di euro l’anno. Solo che, nel bando pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione Puglia a gennaio scorso, è riportato il seguente passaggio: “Soltanto in seguito ad assenza di istanze per contrattualizzare posti letto nei distretti socio-sanitari con disponibilità di posti letto, gli stessi possono essere contrattualizzati con le strutture che presentano istanza nei distretti socio-sanitari saturi”. Fuor di “burocratese”, significa che se non si dovesse presentare nessuno nei territori assegnati, le strutture degli altri distretti possono essere assegnatarie di quei posti letto. Il caso si è presentato con l’assenza di manifestazioni di interesse proprio a Cerignola e San Severo. E, siccome alcuni imprenditori foggiani si erano già fatti avanti per cogliere al volo l’occasione di recuperare alcuni posti letto per coprire i bisogni di salute a Foggia città, esponendosi con progetti e con la pianificazione del credito, è scoppiata una vera e propria “guerra”, che rischia di lasciare vittima sul terreno il vero core business dell’azienda pubblica: la salute dei cittadini.
Scontro Foggia-Cerignola-San Severo. Così a perdere sono gli anziani
“I posti di Cerignola e San Severo non li assegnerò”, ha spiegato Manfrini a l’Immediato. “A Foggia la Rssa Il Sorriso, con 30 posti letto, e Maria Grazia Barone, con 60 posti letto, hanno già avuto quello che dovevano avere, peraltro quest’ultima non è nemmeno piena ed ha l’esigenza di coprire i posti letto che già ha a disposizione – continua il dg di Piazza della Libertà -. Peraltro, abbiamo già assegnato in provincia 349 posti, coprendo adeguatamente Foggia e il Gargano. Peraltro, continuo a sentire imprenditori come Luca Vigilante affermare l’esistenza di liste d’attesa di oltre 90 persone, ma non è così perché queste strutture non sono alberghi, visto che le richieste devono passare dall’Uvm, attraverso una procedura di autorizzazione da parte dell’Asl. E poi loro hanno già avuto dei posti in esubero…”. L’Immediato tuttavia ha contattato i responsabili delle strutture menzionate, recuperando la documentazione (LEGGI) e le dichiarazioni che, al contrario, attestano le liste d’attesa. “Abbiamo quasi 100 pazienti che attendono un posto letto – spiega Vigilante -, eppure dobbiamo sorbirci questo atteggiamento incomprensibile. È una situazione paradossale: riusciamo a perdere la possibilità di curare i cittadini ed un importante flusso economico che potrebbe dare posti di lavoro”. Anche da Maria Grazia Barone ci arriva la conferma dei pazienti in attesa dalla dottoressa Grazia Dicembrino: “Abbiamo risposto alla richiesta dell’Asl fornendo i dati, aggiornati ad agosto scorso, che attestano la lista d’attesa. Peraltro, abbiamo la stessa richiesta anche per la casa di riposo che tuttavia, a differenza della Rssa, non fa riferimento all’Asl…”.
Un bando lungo 7 mesi. E oltre
Manfrini ammette l'”iter travagliato” del bando. “L’esame delle domande e l’apertura delle buste è stata complicata da alcune anomalie – chiosa -, come quella denunciata: uno dei concorrenti ha avuto l’abitabilità per potersi iscrivere all’Albo regionale con un parere igienico-sanitario, non sul manufatto. Quest’ultimo è stato acquisito a posteriori in tempi brevissimi…”. In ogni caso, non si spiegherebbe il ritardo dall’emanazione del bando all’apertura delle buste. A farsi avanti per i posti a San Giovanni Rotondo, un big della sanità foggiana, Michele D’Alba, storico patron della cooperativa di pulizie “Tre Fiammelle”. Nell’area di Lucera e del Subappennino, ad attivarsi è stato Carlo Rubino, altro pezzo importante della cooperazione in provincia, con la “San Riccardo Pampuri”. E la Asp “De Peppo Serena”, ritenuta vicina all’ex assessore regionale alla Sanità – ora europarlamentare Pd – Elena Gentile. I due foggiani che si sono fatti avanti per il distretto “saturo” sono “Sanità Più” e la fondazione “Giuseppe Palena”. Nessuno si è fatto avanti per Cerignola e San Severo. Mentre già cominciano a fuggir veleni sulle ragioni della lunghissima attesa.