“Sono anni che la città di Foggia è investita da strani odori provenienti (si ipotizza) dall’azienda Bio Ecoagrim di Lucera che si occupa della produzione di fertilizzanti e accusata, a più riprese, di non rispettare i parametri sulle emissioni odorigene per via del cattivo funzionamento degli impianti di abbattimento delle esalazioni o per un eccessivo volume di materiale trattato.
Nonostante le varie indagini non è stata mai accertata una responsabilità diretta della suddetta azienda e il problema della puzza non trova ancora la soluzione a parte qualche provvedimento saltuario utile solo a limitarne il disagio senza alcuna decisione definitiva”. Lo scrive il gruppo di cittadini iscritti al FoggiAttiVa Movimento 5 Stelle.
“A distanza di anni – aggiungono – stiamo ancora combattendo contro questo strano olezzo che, oltre ad invadere le nostre narici provocando irritabilità, continua a rovinarci quelle serate estive all’insegna della chiacchiera ed buon cibo all’aria aperta.
Per cercare di smuovere le acque dal torpore e dalla rassegnazione dei nostri concittadini, abbiamo organizzato una raccolta firme indirizzata a sindaco, ASL, ARPA ed al Prefetto, affinché le istituzioni e gli enti preposti diano una risposta certa circa le fonti dei miasmi e delle sue conseguenze sulla salute della popolazione.
A conclusione di questa campagna di sensibilizzazione, abbiamo organizzato un flash mob al quale, per cercare di coinvolgere il maggior numero di cittadini, non è stato dato nessun colore politico.
Nonostante ciò la risposta della cittadinanza è stata deludente. Il gruppo FoggiAttiVa, con il supporto della portavoce del Movimento 5 Stelle Rosa Barone e del sindaco di Lucera Antonio Tutolo, in collaborazione con il gruppo M5S di Lucera, sta promuovendo una campagna di sensibilizzazione affinché gli organi competenti diano delle risposte e delle soluzioni tali che possano essere risolutive.
Nel frattempo il deputato pugliese Giuseppe Brescia (M5S) ha depositato una interrogazione al Ministro della Giustizia domandando sulla mancata risposta all’istanza del luglio 2014 e affinché il Ministero solleciti la Procura di Foggia ad intervenire “per non lasciare circa 100 mila abitanti della provincia di Foggia in attesa di una risposta o di una indagine seria che vada a tutelare in primis la qualità della vita e la loro salute”.