L’istanza presentata al Consorzio di bonifica e firmata da Rosa Barone, consigliere dei Cinque stelle, è datata al 6 luglio scorso. Si chiede di sospendere i termini di scadenza per la presentazione della lista di candidati “al fine di poter concorrere a condizioni legali e paritarie alla formazione del nuovo consiglio di amministrazione”.
Il meetup grillino di via Conte Appiano ne ha discusso stamattina presentando, oltre che la copia dell’istanza, anche la risposta dell’ente. Si vota il 26 luglio in 39 comuni inclusi nel comprensorio consortile. Sette sono i componenti del consiglio di amministrazione eletti dagli iscritti divisi in tre fasce. La risposta del Consorzio è stata la seguente: “Con riguardo al procedimento elettorale le fasi di cui si compone sono state volte secondo quanto dettato dalle norme vigenti riferite alla materia e in conformità ai criteri di trasparenza. Il rinvio dei termini richiesti non è contemplato dalla norme vigente e pregiudicherebbe gli adempimenti successivi ad esso collegati”.
Secondo i grillini è dalla notte dei tempi che viene presentata una sola lista senza spazio per altri. Roberto Carchia, consorziato e grillino, aveva anche tentato di organizzare una sua lista raccogliendo circa quattrocento firme ma ci ha rinunciato perché si è perso nei meandri delle procedure. “Chiedo che i parametri per la compilazione siano pubblici altrimenti abbiamo elezioni bulgare guidate sempre dagli stessi e con gli stessi nomi che si perpetuano. Dopo 50 anni siamo stanchi di questo andazzo, la Regione è un organo di controllo e deve fare la sua parte”.
Carchia ritiene che ci sarebbe una sorta di “scelta” dei candidati in base ad altri criteri “morosità del consorziato e liti pendenti” e chiede la pubblicazione “di quanti sono candidabili o meno e in base a quali criteri”.
I consorziati sono circa 150mila, altrettanti sono gli ettari da irrigare, uno dei pochi consorzi in Puglia (quello di Foggia e del Gargano) non commissariati. “Una perla- dice Carchia- che deve creare ripresa in questo territorio in mano agli agricoltori che pagano. E’ un ente pubblico e non ci possono essere elezioni bulgare, non è vero che creiamo queste fibrillazioni, come dice qualcuno, perché vogliamo che l’ente sia commissariato”.
In quella che i 5stelle ritengono una “battaglia di trasparenza”, Rosa Barone si è spesa in prima persona, riprendendo anche un motivo declamato in campagna elettorale: “Le guerre dei prossimi anni si faranno sull’acqua che deve rimanere pubblica”.