Chiedi chi erano i Pink Floyd, Gino Castaldo ed Ernesto Assante ti risponderanno con ‘Lezioni di rock’, il racconto dei due giornalisti di Repubblica in giro per le piazze italiane supportato da video e spiegazioni.
Anche questo è il “Foggia Estate”, piazza Battisti stracolma di fan in visibilio e pubblico fedele, spettatore partecipe di un’esperienza sensoriale, la ‘Quadrophonic Experience’, quattro casse per ascoltare la loro musica come la band voleva che si facesse.
Solo un frammento di una sterminata produzione fra abbandoni e ricomposizioni, fra il fantasma di Barret, primo leader del gruppo vittima di alienazione da Lsd a Gilmour, svolte che hanno cambiato le impostazioni e le trame di un gruppo alla continua ricerca del proprio stile e delle proprie trame scoprendo, in questo straordinario viaggio, i temi dell’anima e dell’esistenza.
“L’ascolto è diventato marginale – ha esordito Castaldo – ascoltiamo male la musica mentre svolgiamo altre attività. Stasera proveremo un ascolto in quadrifonia, un’esperienza innovativa”.
Per i fan di tutte le epoche un pezzo dei Pink Floyd resta un attimo di profonda cattura sensoriale. Dopo 30 anni un maxischermo che spara la loro musica in piazza è ancora una liturgia collettiva se orchestrata dai due conduttori di Playlist.
Londra, ombelico della musica alla fine degli anni ‘70 in cui ancora imperversava l’anima del rock and roll e qualcuno diceva che la band “non avrebbe avuto futuro”. Ma loro sperimentavano, si basavano su alcuni concetti, non obbedivano alla legge del divertimento, quella di far ballare. Da qui Castaldo e Assante hanno cominciato la lezione fino alla svolta di Meddle e delle colonne sonore famose. “Guardate questa scena di Zabriskie Point, un’esplosione in cui saltano tutti i simboli del consumismo, il pezzo più politico di quel tempo. Se in Italia e in Francia la rivoluzione è stata politica, in Inghilterra la musica ha cambiato il turismo, l’economia”.
Rock, certo, ma senza il culto della personalità di Jim Morrison o di Elvis, “perché la musica doveva andare avanti”.
O anche esibirsi in scenari insoliti come le rovine di Pompei, “un’idea geniale fra il deserto e l’ombra del vulcano”.
Chissà quante volte quei video li abbiamo visti in tv o cercati in rete, eppure ieri sera la dimensione “oltre” ricreata su quel solco aveva il senso della novità.
“La faccia della luna che vediamo è sempre la stessa, ma il lato scuro è la ricerca dei grandi temi dell’esistenza oltre la soglia della percezione come pochi hanno saputo fare”. Grandi scenari per grandi musiche oltre la “porta” del limite umano che le grandi band hanno proposto e Castaldo e Assante raccontato.
[wzslider autoplay=”true” info=”true” lightbox=”true”]