“Mi piange il cuore, mai avrei immaginato di trovare una situazione così critica delle casse comunali. Il mio unico compito in questi quattro anni, invece di rilanciare lo sviluppo di San Marco, è stato quello di gestire il passato così fortemente nascosto dalle precedenti amministrazioni e che oggi è sotto gli occhi di tutti per mancanza di liquidità”. Angelo Cera (nella foto sopra con Cesa), sindaco di San Marco in Lamis e deputato, commenta la dichiarazione di dissesto del comune da lui amministrato avvenuta il 29 giugno scorso. Qualche giorno prima, sula montagna del Gargano, anche il Comune di Rodi ha dichiarato fallimento in una polemica aspra fra l’ex sindaco Carmine D’Anelli e l’attuale primo cittadino Nicola Pinto.
E’ di qualche giorno fa, inoltre, la lettera della Corte dei Conti al Comune di Viste (non in dissesto) che chiede prove documentali sul piano di rientro con scadenza il 20 luglio prossimo. Le direttive da Bari riguardano il recupero delle tasse, le alienazioni, la riduzione della spesa corrente. A stagione estiva ormai cominciata le casse dei comuni sono vuote o versano in gravi difficoltà.
San Marco. Cera: “Non abbiamo un euro”
L’esposizione del Comune calcolata dallo stesso Cera è di circa 16 milioni di euro cui si devono aggiungere altre voci come le cause in corso per cui si devono prevedere le somme da accantonare- “ma non abbiamo un euro” dice il sindaco a l’Immediato – e le somme da restituire alla Regione. In base al racconto sul fallimento, l’iter di scoperta del debito è stato irto di ostacoli, “l’opposizione non ci ha dato una mano nella sua ricostruzione”. Due i piani di rientro inviati al ministero dell’Interno che ha fatto osservazioni in 40 punti.
Nei tre anni passati fra il primo e secondo piano, il Comune ha preso atto di non potercela fare. “Nel piano sociale di zona indirizzato a 4 comuni (San Giovanni Rotondo, Rignano, San Marco e Sannicandro) c’è stata una distrazione di fondi per 4 milioni e mezzo di euro che dobbiamo restituire alla Regione con gli interessi. Si aggiungono gli 850 mila euro di fondi per usi civici incassati dal comune ma vincolati nell’approvazione dall’ok della Regione”.
L’ultima tegola è arrivata da Roma, impossibile cancellare residui inesigibili per 6 milioni e mezzo di euro, “in questi anni ne abbiamo eliminati 12”, conteggia Cera. Ritenevano che la restituzione potesse avvenire in 10 anni ma il carteggio Roma-S.Marco e le risposte della Corte dei conti regionale hanno reso chiaro che non era possibile.
Dissesto come extrema ratio nel quadro delle difficoltà dei comuni con trasferimenti statali tagliati “più Imu agricola che ha creato un buco di 700 mila euro: non si possono amministrare i Comuni solo con le tasse – conclude sconsolato Angelo Cera -, ho denunciato questa situazione al Procuratore della Repubblica di Foggia tre anni fa senza ricevere risposta e chiesto l’intervento di tutti gli organi di controllo”.
Il 25 giugno ha dichiarato dissesto anche il Comune di Rodi. “Un atto folle” secondo l’ex sindaco che ha governato 10 anni, Carmine D’Anelli, “un atto necessario di fronte ad una realtà segnalata anche da organi superiori a questo consiglio”, ha detto il presidente del consiglio comunale Salvatore Saggese nel presentare la seduta comunale. Dopo tre anni di governo di Nicola Pinto la cittadina garganica opta per il default.
Il quadro denunciato qui come altrove risulta più o meno lo stesso: debiti fuori bilancio, parcelle di avvocato che non si sa come pagare, lentezze e difficoltà nelle riscossione, oneri di urbanizzazione non incassati. “Potevamo farlo appena insediati ma alcune cose le abbiamo sapute dalla Corte dei conti”, specifica Pinto. E dichiara di aver trovato quasi 870 mila euro in meno nelle casse al suo arrivo al Comune. Ad Alta Marea, programma di Onda Radio, aggiunge: “La dichiarazione di dissesto deriva dalla lettera della Corte dei conti del 2010 e dal parere del nuovo revisore dei conti. Abbiamo messo a punto un primo piano di rientro bocciato dall’organo barese e un piano di riequilibrio bocciato dal revisore”. Rodi attende il commissario “che è sempre peggio del peggio amministratore”, commenta Pinto. D’Anelli, l’ex sindaco, candidato al consiglio regionale, disapprova: “A Peschici hanno fatto una politica lacrime e sangue in un una situazione contabile molto più difficile. Mi dispiace per il mio paese”.
Vieste, la Corte dei Conti sul piano di rientro
A Vieste intenso carteggio fra la Corte dei conti e il Comune che entro il 20 luglio dovrà inviare delle controproposte sul piano di rientro. Una situazione messa in luce da Maria Teresa Bevilacqua, candidata alle regionali per i Cinque stelle, già durante la campagna elettorale: “Mi auguro che il nostro comune inadempiente porti qualche documento ma è stato fatto molto poco, qualcosa sulla riscossione. Questa è finanza allegra e incapacità di rispettare il piano di stabilità interno”. Sottolinea, inoltre, la guerra in atto fra Comune e dirigenti arrivata alla Corte dei conti sui debiti fuori bilancio.