Testa incappucciata e gambe dentro un sacco, così è stato ritrovato Marco Sarto, 41enne sanseverese scomparso a inizio giugno. L’uomo, in stato di decomposizione avanzato, giaceva senza vita in un vascone irriguo nelle campagne di Sannicandro Garganico, individuato per caso dal proprietario di un fondo agricolo. Sarto aveva in tasca la patente di guida. I suoi familiari, convocati dai carabinieri che indagano sull’accaduto, lo hanno riconosciuto dai vestiti (t-shirt bianca e pantalone blu). Oggi emergono nuovi particolari. La testa era avvolta in un sacco nero, bloccato dallo scotch attorno al collo. Anche le gambe erano immobilizzate da un altro sacco. Inoltre, aveva sei proiettili in corpo. Tre alla nuca, uno alla pancia, uno al petto e un altro nella natica. Ma solo l’autopsia di domani potrà fare piena luce sulle cause della morte di Sarto.
Si cerca anche una Fiat Punto di sua proprietà. L’uomo si era allontanato da casa l’1 giugno e la moglie ne aveva denunciato la scomparsa soltanto tre giorni dopo. In seguito, la notte tra il 9 e il 10 giugno, qualcuno aveva piazzato un ordigno all’ingresso della sala scommesse “Gold Bet” di proprietà di Sarto, avvalorando la tesi che la vittima non si fosse allontanata volontariamente. L’esplosione, in via Ergizio a San Severo, aveva distrutto vetrate, finestre e danneggiato alcune automobili presenti in zona.
Sono queste ore di indagini serrate. Non si esclude che l’uomo possa essere stato ucciso altrove e poi portato già cadavere nelle campagne garganiche e gettato in quel vascone. Si indaga soprattutto nel mondo della criminalità comune e finora non è considerata la pista mafiosa, nonostante le modalità siano molto simili a quelle utilizzate dalle grosse organizzazioni. Nessun elemento utile alle indagini è stato recuperato dal vascone d’acqua dove giaceva il cadavere in compagnia delle rane.
Sarto era già noto alle forze dell’ordine perché arrestato per droga già nel 2004. L’uomo vendeva hashish da un appartamento tra corso Garibaldi e il teatro comunale “Giuseppe Verdi” di San Severo. Nel 2003, invece, fu coinvolto nel blitz “Sugar” e arrestato sempre per traffico di stupefacenti. Più recentemente il suo nome è comparso in altre operazioni antidroga, “Jolly” e “Amsterdam”.