“Avevamo concordato attraverso la commissione consiliare che si occupa di personale e bilancio un atto di indirizzo, l’emendamento proposto in consiglio provinciale rimescola le carte: questo passaggio vale anche per le funzioni fondamentali?” Antonio Leone, segretario aziendale della Cgil si sente “snobbato” e con lui tutto l’osservatorio provinciale- composto da Cgil, Uil, Cisl, Csa e Provincia che si sta occupando del destino dei lavoratori a Palazzo Dogana- dalla decisione del consiglio svoltosi a Palazzo Dogana lo scorso venerdì.
Si parlava di rimodulazione del personale in esubero in riferimento alle funzioni non fondamentali dell’ente e, sul punto, il consigliere di minoranza Raimondo Ursitti ha proposto un emendamento: stilare “graduatorie” di lavoratori, e per questo si è appellato ad un comma legato alle legge Delrio che ne dà la possibilità: “Certo, noi non vogliamo intervenire sulle decisioni della politica ma siccome parliamo di una fase delicata e del destino di tante persone avremmo voluto essere coinvolti. Questo emendamento riguarda anche il personale dirottato ai Comuni, quali ripercussioni avrà sui lavoratori, teniamo presente che sulle funzioni la Regione non ha ancora legiferato. Non so se questo snobbarci sia voluto o meno ma in Italia poi le norme vanno interpretate, bisogna capire chi fa cosa”.
“Buttato a mare un percorso condiviso”
Le dichiarazioni di Leone arrivano a poche ore da un duro comunicato emesso dalla Funzione pubblica Cgil: “Dopo tre mesi di un percorso condiviso tra sindacati, dirigenza e guida politica dell’ente è bastato un emendamento di un consigliere di opposizione, evidentemente perché qualcuno non si è sentito tutelato, ad annullare quanto prodotto dal tavolo tecnico e creare solo confusione”.
Durante la seduta di venerdì il dirigente alle Risorse umane Raponi aveva spiegato che l’atto di indirizzo era passato dai tavoli sindacali e ricordato, riguardo alle funzioni svolte dal personale, che la legge è chiara sulla loro continuità. Lo ribadisce la nota sindacale specificando: “Agli enti resteranno alcune competenze fondamentali di area vasta, quali l’edilizia scolastica, la pianificazione dei trasporti, la tutela dell’ambiente. Ebbene il tavolo tecnico chiesto dal sindacato e avviato tre mesi addietro ha definito congiuntamente un percorso chiaro: il personale che all’atto della riforma era inquadrato in queste funzioni istituzionali sarebbe rimasto in carico alla provincia. Gli altri, i cosiddetti esuberi, avrebbero seguito le competenze: se trasferite alla Regione o ai Comuni gli stessi enti avrebbero preso in carico anche il personale”.
“Rimessi in gioco tutti i profili professionali”
Circa le graduatorie il sindacato attacca: “E’ passato un emendamento che rimette tutti i profili professionali in gioco non tenendo conto delle specificità cui magari da venti anni sono assegnati i dipendenti. Forse qualcuno che non si è sentito tutelato si è rivolto al politico di turno? E’ fumoso parlare di graduatorie: quali e chi definisce i criteri? Servirà una commissione e in che tempi? E se dovesse nascere un rischio contenzioso? Avevamo proposto una strada trasparente e che premiava le professionalità. Aver deciso in fretta e furia di buttare a mare un percorso condiviso è offensivo per il ruolo di chi a quel tavolo ha lavorato e siamo certi genererà solo confusione e problemi. A pagare ovviamente sarà lo stesso personale dipendente”.