Il ciclone dell’inchiesta sulla Casa Divina Provvidenza scuote l’Asl di Foggia. Senza alcun preavviso, si è dimesso il direttore amministrativo Alberto Pagliafora, nominato dall’ex direttore generale Attilio Manfrini e presto inserito a maggio del 2014 nel consiglio di sorveglianza della Congregazione Ancelle Divina Provvidenza, designazione riservata ai “grandi creditori” durante la fase di amministrazione straordinaria affidata al commissario Bartolo Cozzoli. Il commissario dell’Asl Vito Piazzolla si è recato subito a Bari, dove è stato affrontato anche il tema delle dimissioni improvvise.
Al quinto piano di Piazza della Libertà si punta tutto sul low-profile, sostenendo che il manager campano avrebbe accettato un incarico più “conveniente”, avvicinandosi a casa. Eppure, a rappresentare l’Azienda nel consiglio di sorveglianza avrebbero potuto piazzare chiunque, anche un “semplice” dirigente. Così non è stato. Nell’atto preparato dal funzionario Giuseppe Chiodo, sotto la responsabilità del dirigente Ennio Pompeo Guadagno, si legge: “Premesso che con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 23 dicembre 2013 la Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria e con lo stesso decreto è stato nominato commissario straordinario, l’avvocato Bartolomeo Cozzoli; Rilevato che l’articolo 45 del decreto legislativo 8 luglio 1999, numero 270 dispone che, nei casi di ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria, entro quindici giorni dalla nomina del commissario straordinario venga nominato un comitato di sorveglianza composto da tre o cinque componenti scelti tra i creditori chirografari e tra persone particolarmente esperte nel ramo dell’attività esercitata dall’impresa; Vista la nota protocollo numero 1904 del 3 febbraio 2014 con la quale il commissario straordinario della predetta Congregazione chiedeva a questa Azienda Sanitaria la disponibilità a far parte in qualità di creditore del costituendo comitato di sorveglianza; Considerata l’urgenza di provvedervi, in data 5 febbraio 2014, con nota prot. n. 10278, il direttore generale designava il dottor Alberto Pagliafora, direttore amministrativo, in rappresentanza della Asl di Foggia in seno al comitato di sorveglianza dandone comunicazione al commissario straordinario”.
La questione è rilevante perché il ministero dello Sviluppo Economico, i 14 marzo 2014, aveva creato il comitato inserendovi all’interno i creditori più importanti. Dalle indagini degli inquirenti è emerso proprio la possibilità di alcuni indagati nello scandalo Don Uva di “eludere” le ragioni dei creditori, finalizzando questa attività all’arricchimento personale. Una vicenda evidentemente troppo pensante, che potrebbe aver determinato la decisione delle dimissioni, di cui l’Asl ha preso atto proprio oggi.
Per Manfrini, ex dg vicino all’europarlamentare Elena Gentile, le motivazioni sarebbero completamente diverse. “Non mi sembra sia questa la giusta interpretazione – ha spiegato a l’Immediato -, si è trattato semplicemente di una occasione: quella di un nuovo lavoro che non è certo precario come quello all’Asl di Foggia, dove non potevano esserci garanzie sulla riconferma”. Sulle ragioni che lo portarono a scegliere proprio Pagliafora per il delicato incarico nel comitato, spiega: “Era l’uomo che mi dava maggiori garanzie, una figura fuori dall’entourage e dai contati, con le competenze giuste per il compito. Sicuramente ha lavorato bene, perché ha difeso anche le ragioni dei piccoli creditori”. Di “nuovo incarico” parla anche Pagliafora, raggiunto al telefono dal nostro giornale. “Ho lasciato, concordando la decisione con il commissario dell’Asl, perché ho avuto la possibilità di accettare un nuovo incarico. Non c’entra nulla il comitato di sorveglianza, quella è una nomina che è andata in automatico”. Non è proprio così, in verità, come confermato da Manfrini. Quando gli chiediamo invece quale sia la nuova “possibilità”, chiosa lapidario, contraddicendosi: “Lo devo ancora avere, scusatemi ma adesso non posso parlare”. Evidentemente, qualcosa dovrà essere chiarito nei prossimi giorni.