È a forza di alleanze che si gioca la sfida del ballottaggio a Cerignola tra Franco Metta e Tommaso Sgarro. I candidati della coalizione del Cambiamento e del centrosinistra hanno ufficializzato dai palchi dei comizi simultanei domenicali il sostegno per l’uno della civica “Cerignola adesso”, che spingeva Francesco Disanto sindaco, e per l’altro della civica “Sviluppo&Solidarietà”, legata a Franco Paradiso.
“Alla luce del lavoro svolto e dei risultati ottenuti al primo turno” – scrive in una nota ufficiale l’avvocato Disanto – ho il dovere civile e morale di non fermare la corsa di un treno alla prima stazione. Oggi è necessario per il bene di Cerignola sostenere il candidato sindaco Franco Metta, perché ritengo che meglio possa rappresentare le istanze dei cittadini e mettere in campo tutte le azioni e le misure più idonee per lo sviluppo economico, sociale e culturale di Cerignola”. In mattinata, dall’altra parte, la coalizione a sostegno del segretario piddino ha incassato anche l’appoggio di Ncd, ufficializzato dal coordinatore provinciale Franco Di Giuseppe, mentre il leader del movimento politico “La Cicogna” ha fatto appello dal palco in Piazza Duomo ai forzisti locali. “Non mi potete votare per amore, votatemi come male minore”. Un invito pubblico scaturito dalla richiesta avanzata a Bari, quando è stato convocato dal segretario regionale di Forza Italia (alla presenza dell’ex autonomo della maggioranza, Savino Laguardia), prima ancora che al segretario cittadino Gianvito Casarella e al candidato sindaco sconfitto Paolo Vitullo, durante l’incontro avvenuto tre sere fa presso lo studio dell’ingegnere e alla presenza anche di Natale Curiello, il più suffragato delle amministrative 2015. “Ho chiesto i voti di Forza Italia a Cerignola per battere Elena Gentile. Ho chiesto votate per me, guidate il vostro elettorato, anche se io non vi piaccio. È politica. Meglio 5 anni di Metta che 25 anni di Elena Gentile”.
“Noi lasceremo piena libertà di voto al nostro elettorato, non daremo alcuna indicazione rispetto alla scelta di uno dei due candidati al ballottaggio, perché sono due candidati alternativi alla nostra proposta”, dichiara a l’Immediato Paolo Vitullo. “Non ho seguito il comizio di Metta, ma dalle notizie che mi arrivavano sembrava quasi avesse dato per scontato il sostegno da parte nostra. O molta gente avrà frainteso, perché mi hanno contattato tante persone chiedendomi se avessimo stretto un accordo. Usciremo a breve con un comunicato in cui sarà ufficializzata la nostra posizione, condivisa a larga maggioranza all’interno del partito di Forza Italia”, assicura l’ingegnere che si prepara al ruolo di opposizione. “Sono orgoglioso del mio risultato elettorale -continua- e ritengo di aver contribuito in maniera essenziale. Sono voti di fiducia alla persona, per cui ritengo sia rispettoso e giusto lasciare libertà al nostro elettorato. Non avrebbe alcun senso chiedere, in virtù di quale legame poi, un sostegno all’uno o all’altro candidato, che sono proposte alternative alla nostra. So che altri hanno preso altre direzioni. Noi non abbiamo legami”.
Rispetto alle liste minori, quell’11% di preferenze conquistato da Fi potrebbe influenzare il distacco di dieci punti percentuali a sfavore di Metta. Nell’incognita ballottaggio, mentre dai social esponenti più o meno in vista della classe politica cittadina invitano all’astensionismo, non sarà facile prevedere in quale sacca cadranno le effettive e personali preferenze degli elettori, ipotizzando una flessione dell’affluenza, sulla scorta dei dati del 2010 (primo turno 71,27%, ballottaggio 52,92%). Di certo sarà una sfida all’ultimo voto fino a venerdì prossimo. Ognuno nel suo stile, i due avversari hanno suonato la carica nei comizi generosi di folla e applausi di ieri sera.
Nella piazza della Cattedrale è tornato Franco Metta. Solo con il suo leggio, vestito dell’ironia e smalto dell’esordio da autocandidato, quando urlava perché doveva “risvegliare le coscienze”. Rabbia e sentimento per l’ultima settimana in cui si gioca la chance della vita. “Quando un uomo ha superato i sessant’anni la costante nella sua vita è l’incubo della morte e come esorcizzarla. Non muore mai chi lascia una traccia del suo passaggio. Tutto questo lo faccio perché vorrei un giorno che i miei figli dicano ai miei nipoti: tuo nonno dette l’inizio alla stagione del rinascimento di Cerignola e se lo ricordano tutti quanti. Vorrei in caso contrario, di sconfitta, che dicessero che il loro nonno c’ha buttato il sangue”. È il suo obiettivo: fare il sindaco per 5 anni. “E poi me ne vado a casa mia; non devo fare il deputato, il senatore, il consigliere regionale. Non ho ambizioni. La mia amministrazione sarà l’incubatore della futura classe politica della città”.
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L’occasione per ricostruire con un “sindaco di garanzia” il centrosinistra liberato da Elena Gentile e il centrodestra liberato da Antonio Giannatempo, a suo dire. Per “mettere un punto e andare a capo”, ribadisce nell’invito all’elettorato di centrodestra. “C’è una sola opzione. Il popolo di centrodestra non può restare equidistante tra Metta e Gentile, tradirebbe la sua stessa ragione di esistere. Chi non va a votare domenica prossima ha già votato per Sgarro. Andate a votare e votate per me. Dobbiamo impedire a Elena Gentile di riconquistare questa città”. Poi l’appello agli “elettori di buona fede” a scegliere “se vogliamo i rifiuti a Campagna o no”. “Leggete il programma pubblicato su uno splendido depliant in carta lucida, illustrato e colorato, alla voce sviluppo agricolo c’è un cenno pericolosissimo all’incenerimento di biomasse ricavate dalla potatura delle olive. Si vuole moltiplicare i posti dove si brucino le biomasse. Poi, controllate il sito di Marcegaglia e dell’inceneritore di Cerignola, quando hanno avuto l’autorizzazione doveva bruciare biomasse, quindi, aspettatevi altri inceneritori”. E in tema di edilizia mette in guardia gli imprenditori dal rischio del monopolio di un’unica potente famiglia che “non si era mai occupata di politica e improvvisamente si scopre innamorata” del candidato “nocciolina” nello “schiaccianoci che impugnano Michele Grieco da una parte e Elena Gentile dall’altra”.
Dall’altra parte, sul palco di fronte la villa comunale, Tommaso Sgarro si è presentato ai suoi elettori con la squadra di consiglieri papabili ed eletti in quello che aveva tutta l’aria di essere un comizio di ringraziamento e festeggiamenti. Si è difeso dalle “menzogne” in tema di rifiuti riguardo al “progetto della Regione e non del Comune” di vagoni monnezza nell’area dell’interporto. “Quello che faremo è informarci. L’interporto in questo momento è già una discarica. Il vero problema non è il progetto che si realizzerà, forse, tra tre anni, non si sa, ma la discarica al collasso. Quali sono le loro proposte? Non si può giocare sulla disperazione delle persone -continua-, è un atto da sciacalli su un tema serio e delicato. Sul ciclo dei rifiuti, lo abbiamo già detto cosa vogliamo fare, su un opuscoletto già nelle case di Cerignola: interverremo sul costo di conferimento in discarica, tra i più bassi d’Italia. Non trasformo l’interporto in una discarica, questo lo posso assicurare. Non ho mai detto che saremo immondezzaio, diventeremo modello sul ciclo dei rifiuti”.
Una sfida che non si è ancora giocata sul piano dei temi e del confronto tra programmi e che si fa agguerrita sul piano della contrapposizione personale, senza risparmiare colpi bassi. È stata letto come un atto di coraggio la confessione dell’ex cicognino Michele Specchio che ha aperto il comizio del candidato del centrosinistra. “È questo il vero rinascimento di Cerignola e non quello di Franco. È questo programma partecipato al quale ho deciso di aderire per condivisione di progetti e non perché cerco un posto di lavoro, come è stato detto. Sono un avvocato, ho il mio studio”, si è difeso dalle illazioni. “Franco parla di tradimento quando parla di me, ma è lui il primo traditore di Cerignola. Aveva bisogno della notizia bomba per far rimbalzare il nome della Cicogna e ha denunciato il debito Gema quando è salito a 9milioni di euro, ma poteva farlo prima. Aveva l’occasione già un anno fa di far cadere il governo Giannatempo alla votazione del bilancio, e, chissà perché, un consigliere comunale di Franco Metta non era presente. Forse si doveva pagare qualche cambiale. Ha sempre usato la politica come tornaconto”. Ingannando la città di Cerignola, attaccando noti imprenditori di Cerignola che “aveva contattato prima e che poi hanno aderito al programma di Tommaso”, continua l’avvocato Specchio, definendo una setta con adepti servili ai comandi il movimento dal quale è uscito “per non perdere la dignità”. “Franco Metta non è una persona coerente. Voleva governare Cerignola senza legarsi ai partiti e nella sua coalizione ci sono persone di destra, di centro e di sinistra. È incoerente perché dopo il 31 è andato a bussare alle porte di chi per cinque anni ha denunciato, compreso un noto imprenditore. Ha usato come slogan il cambiamento ma Franco non è nessun cambiamento. Il cambiamento è Tommaso Sgarro”.