Disponibile ad azzerare la giunta. Il sindaco di Foggia Franco Landella apre alle richieste dei suoi consiglieri nella riunione di maggioranza tenutasi stamattina. Nessun dialogo con il capogruppo di Fratelli d’Italia Giuseppe Mainiero che in questi ultimi mesi gli ha dato filo da torcere, dalla questione del teatro Giordano alla vicenda Aipa all’assessorato di Jenny Moffa che sarebbe ostacolato nel suo percorso dalle decisioni contrarie dei relativi dirigenti.
E’ accerchiato il sindaco dopo la sconfitta di Michaela Di Donna alle regionali, 7mila preferenze contro le 9mila di Giandiego Gatta che, a questo punto, da unico eletto di Fi, sferra un attacco durissimo: “Landella torni a fare il sindaco e guidi una macchina – ha detto a l’Immediato -, finora ha guidato una carriola altrimenti la situazione sarà ingestibile”.
Le richieste dell’Udc e il “tagliando”

Un tagliando alla “vettura” è stato fatto in campagna elettorale, dentro Gabriella Grilli e Gianni De Rosa come assessori silurando alcuni esponenti di Ncd. Il partito di Franco Di Giuseppe, che ha rieletto Giannicola De Leonardis, non ha dimenticato l’estromissione dei suoi e rivendica quelle posizioni.
Il fronte delle richieste si allarga, Gatta non chiede l’azzeramento dell’esecutivo, lascia che siano i consiglieri comunali a premere ma le sue considerazioni sul sindaco in campagna elettorale la dicono lunga sul clima che si respira nel partito: “La città di Foggia langue e questo dipende dalla scarsa capacità di Landella di fare il sindaco. In questi mesi ho raccolto il malcontento di tutto l’elettorato moderato nei suoi confronti quando si è preoccupato di dirigere il comitato elettorale di sua cognata. L’hanno visto andare in giro dal Gargano ai Monti Dauni per postulare consensi sottraendo energie alla città di Foggia. In consiglio comunale altri sono in procinto di passare con me”.
A chi si riferisca non è chiaro, di sicuro verso via Capruzzi è stato sostenuto da due esponenti di Fi a Palazzo di città, Pasquale Rignanese e Paolo la Torre. Con loro Enrico Santaniello, ex assessore azzurro negli anni ’90.
Maggioranza frastagliata: Fitto e la divisione di Forza Italia

Il quadro è frastagliato e rispecchia la polverizzazione del quadro regionale. Ventura, Annecchino, Verile e Ursitti hanno scelto ‘Oltre con Fitto’. Ventura con l’eurodeputato di Maglie ha un rapporto di lunga data, gli altri hanno deciso pochi giorni prima del voto il passo verso Fitto.
Il risultato non è stato brillante, poco più del 4%, il movimento di Schittulli ha preso il doppio. Se è vero che la tendenza della Capitanata non è mai stata particolarmente “fittiana” (l’ex governatore ha più consensi nel Salento, nella zona di Brindisi e Taranto) è anche vero che cinque anni fa la ‘Puglia prima di tutto’ era rappresentata solo da Lucio Ventura.
Siccome hanno aderito al nuovo partito anche altri tre consiglieri comunali, la domanda che si pongono negli ambienti è: “Dove stanno i voti in più?”. “Noi ci siamo spesi – dice Verile – ma forse la gente non è andata a votare”.
Gli altri consiglieri di Fi, oltre i due che hanno appoggiato Gatta, sono Consalvo Di Pasqua, Nicola Russo e Giuseppe Pertosa. Con Fi, a oltre 5mila preferenze, anche il presidente del consiglio comunale Luigi Miranda che in questa fase gioca un po’ da battitore libero: “Non avevo a mio supporto l’amministrazione comunale, i voti sono miei”.
La sfida vera, di cui ora si chiede il conto, si è giocata fra Di Donna (Landella) e il manfredoniano Gatta. Il fortino di Foggia ha premiato Michaela ma, come già successo per le elezioni a Palazzo Dogana perse dal sindaco in carica, la provincia non l’ha premiata e la “ditta” Di Donna non ha ottenuto il nome in consiglio regionale.
Organigramma di Fi da rivedere
Sul tavolo del post regionali si allineano varie questioni. L’azzeramento della giunta (questione locale) e la revisione delle cariche di partito assegnate “in emergenza” durante la campagna elettorale. Gatta chiede che siano riviste. Il coordinatore regionale Raffaele Di Mauro e la squadra provinciale messa a punto da Vitali per le elezioni potrebbe subire variazioni.
A proposito di azzeramento della giunta, Paolo La Torre non ha dubbi: “Per gli eletti non ci sono problemi”. Cioè qualche assessore di stretta nomina del sindaco potrebbe saltare, possibile che il partito di Luigi Vitali – ancora oggi il coordinatore regionale parlava di tempi prematuri per il dialogo “con chi ha bruciato la casa”- miri ad assessorati di peso anche se La Torre esclude un suo ingresso in giunta. Venerdì il consiglio comunale si riunisce per l’approvazione del consuntivo 2014. Il sindaco aspetta quest’appuntamento per poi dedicarsi alla giunta.