“In giro non si sente la campagna elettorale. Né in Puglia, né in nessuna delle altre regioni in cui si vota. Ed è una previsione realistica quella che immagina che il vincitore delle elezioni del 31 maggio in Italia sarà il partito del non voto”. Lo ha dichiarato ieri Nichi Vendola, il governatore uscente della Regione Puglia, a Cerignola su invito dell’eurodeputata Elena Gentile, per sponsorizzare la candidatura piddina di Tommaso Sgarro. E appoggiare i candidati regionali della lista “Noi a Sinistra per la Puglia”.
“Qui, per via delle comunali, si sente un po’ di più la campagna elettorale”, ha continuato. “Dopo il disastro della destra cerignolana che ha ridotto questo comune, che potrebbe essere una delle comunità più effervescenti e trainanti della Puglia, in una condizione di marginalità, c’è la speranza incarnata da Tommaso. La sua energia giovanile, la sua pulizia morale, la sua passione”. Una candidatura che la coalizione del centrosinistra colloca nel solco del decennio di governo regionale targato Nichi Vendola. Una continuità che i Giovani democratici sintetizzano nello slogan “Dalla Puglia migliore alla Cerignola che merita” dello striscione che dal loggione del Teatro Mercadante saluta e ringrazia il governatore uscente. “Grazie, presidente. Cerignola non dimentica chi ci ha restituito l’orgoglio di appartenere a questa terra dopo tanti anni di buio”, ha ribadito dal palco Sgarro, ricordando come il percorso politico che lo ha incoronato segretario cittadino del suo partito sia maturato anche nell’esperienza a tempo nelle Fabbriche di Nichi.
La continuità in Regione si chiama “Noi a sinistra per la Puglia”, un voto che “è una polizza di assicurazione, affinché le cose belle che sono state fatte in questi anni che hanno reso la nostra Puglia una terra attrattiva possano essere custodite”, ha esortato il leader di Sel, sostenendo i candidati foggiani presenti (Antonio Angelillis, Giovanni Cera, Michele Iatarola, Pino Lonigro, Carmela Tartaglia). “Mi auguro che chi verrà faccia meglio di noi. Siamo pronti a sostenerlo con lealtà”, l’incoraggiamento a Michele Emiliano, senza dimenticare la “ sequela di parole ubriache” dei “discorsi generici da campagna elettorale”. Il tema sensibile è quello della sanità, caro al candidato sindaco della Puglia, che ha annunciato di voler trattenere per sé la delega alla salute, in caso di eventuale vittoria elettorale, dichiarando che il “complesso della sanità pugliese non funziona”, tra scandali e inefficienza dei servizi che collocano la regione penultima in Italia.
“Mettiamo a confronto le fotografie degli Ospedali Riuniti di Foggia del 2005 con quelle del 2010 e del 2015, le fotografie del 2015 del mausoleo degradato del Policlinico di Bari con quelle di oggi”, l’invito del governatore uscente che pone l’accento sui servizi territoriali, la rete dei “Dopo di noi” in tutte le province pugliesi e il festival dell’innovazione legato alla disabilità.
“Non volevo fare propaganda, ma un discorso di congedo. Tanta della mia vita è passata da Cerignola e qui sono tornato persino a fare il consigliere comunale. La storia che è nata a Cerignola –ha concluso- è una storia importante, che ha a che fare con un problema di oggi. Non è solo una storia del passato l’abbecedario del bimbo bracciante che spende il guadagno di dure giornate di lavoro nei campi per imparare il significato delle parole. In questa campagna di Cerignola è nata un’idea della modernità, della ribellione: la rivoluzione non si fa con i fucili, ma con la cultura, con la conoscenza. È nata qua. Chi ha sentimenti di sinistra deve fare come quel bambino. Dobbiamo ricomprarci un abbecedario, perché le parole non dicono più nulla. Troppe cose di destra sono finite anche a sinistra e anche questo è un motivo di disamoramento della politica. Dobbiamo fare come quel bambino e come lui quando diventato grande non toglieva la coppola davanti al padrone. Alla sinistra serve un soggetto politico che ci insegni nel mondo di oggi a non toglierci la coppola davanti ai mercati finanziari, davanti alle banche”.