A poche settimane dal voto per il rinnovo della classe dirigente a Cerignola ce ne siamo andati in giro per bar ed edicole del centro, nei perimetri di aggregazione popolare più frequentati. A raccogliere rumors e umori meno mediatici della campagna elettorale che si consuma anche nelle agorà virtuali. Attorno ai banconi alti del caffè e ai tavolini dell’aperitivo brontola la pancia dell’elettorato. Occasione di scambio di vedute e commento sui candidati alla carica di sindaco, sull’andazzo generale della competizione elettorale, diventa anche il chioschetto del giornalaio di fiducia. Non solo pancia, ma anche testa e cuore. C’è sentimento e risentimento nelle battute raccolte per strada. E la disperata speranza di una svolta. Da qualunque parte arrivi.
Al Gorizia si tifa Metta
Risalendo verso il corso principale, ci infiliamo nello storico Bar Gorizia, che stando al racconto di uno dei titolari, tifa per il cambiamento targato Franco Metta. Andrea Ladogana legge sfiducia e rabbia nei commenti al sapore di caffè. “La gente pensa ormai che chiunque si candidi e poi vada al potere, vada lì solo per i propri interessi personali, fregandosene della collettività”, riferisce a l’Immediato. “Basta vedere le due amministrazioni precedenti che cosa ci hanno dato, e Giannatempo ha pure la faccia tosta di candidarsi alla Regione, dicendo di essere impopolare”. Sente di esprimere un parere personale sulla candidatura abortita della dirigente scolastica Giuliana Colucci, “che è una mia amica e sarebbe stata una faccia nuova”. E aggiunge: “Spero si possa premiare un candidato che possa sconvolgere, modificare, il tessuto che si è creato in questi anni, con le solite facce e colori politici che in un certo modo hanno tratto profitto e vantaggio, a danno della città che non ha neanche più una stazione ferroviaria dignitosa. Per non parlare dell’interporto, costato milioni di euro e alla deriva, della discarica stracolma di rifiuti dei paesi limitrofi che non pagano. E poi il buco della Gema. Questo è un mio pensiero, ma penso sia sotto gli occhi di tutti l’abbandono, strade rotte, inquinamento, cattivi odori e nessuno che effettua controlli, che indaga la causa, nell’aria, nel sottosuolo”.
“Io no, non mi interesso di politica”. “Io nemmeno”, tagliano corto due giovani ragazzi, forse poco più che ventenni, tra gli avventori del Gorizia. “Sarebbe più opportuno fare interviste sullo shopping o altri temi meno impegnativi, la politica è diventata materia un po’ troppo contestata”, interviene un giovane professionista. “C’è disinteresse da parte dei giovani e impreparazione e incompetenza da parte degli attuali candidati, secondo il mio modesto giudizio”. Troppi “giovani lontani dalla militanza”, “dagli ambienti politici”, sono scesi in campo per concorrere al rinnovo del governo cittadino e per lui, che preferisce mantenere l’anonimato perché ha militato per “una buona decina d’anni” nei partiti politici, prima di allontanarsene definitivamente per seguire la politica da lontano, non è indizio di rinnovamento ma fattore di allentamento. “La gente non si sente più rappresentata dalla classe politica, sia a livello nazionale che per quanto riguarda le amministrazioni locali. C’è sfiducia e si va a votare per inerzia”.
Bar Royal per Sgarro
Nelle chiacchiere da bar si raccolgono anche vere e proprie analisi politiche dei cittadini avvertiti, che influenzano i meno informati. E ogni momento della giornata si presta al confronto dialettico. Che assume i colori e toni del variegato e popolato pubblico di votanti che subisce e partecipa alla propaganda delle facce sui manifesti. “Qui sono tutti per Sgarro“, ci informano dal bancone del Bar Royal. “I nostri avventori sono molto informati e sono consueti i discorsi sulla politica e sulle elezioni. C’è chi dice sono tutti uguali, commentando le candidature, e per loro il male minore è Sgarro”. Lo confermano anche le battute raccolte tra il gruppetto di abitudinari che si da’ appuntamento ai tavolini del bar il pomeriggio. Il candidato sindaco del centrosinistra è meritevole della loro fiducia. “Un candidato credibile”. Interrompiamo i loro discorsi ma non sembra un’intromissione la nostra indagine.
“Un buon concorrente per lui è sicuramente Franco Metta. Il popolino dice che c’è l’onorevole (Elena Gentile, ndr) dietro Tommaso Sgarro, ma credo che queste cose offendano l’intelligenza delle persone. Per me è un ragazzo che ci sa fare, ha una buona dialettica e buona educazione. Poi ci sono gli avversari improponibili, gli sceriffi (il riferimento è al candidato di Voci Nuove, Gerardo Bevilacqua e al popolare video virale delle mazzate al collaboratore, ndr) che hanno dato alla nostra città una notorietà di cui non avevamo alcun bisogno. Cerignola è già famosa sulle pagine nazionali per criminalità e delinquenza. Giannatempo è amico mio, fuori dalla politica, ma penso che abbia avuto una bella faccia tosta a presentarsi alle regionali. Non se ne è accorto nessuno che ha fatto il sindaco, con la sua giunta”.
Lo hanno eletto a portavoce gli over 60 del ritrovo al Bar Royal e Giuseppe Valentino sente di riassumere il sentimento dei suoi amici e interlocutori. Le sue radici stanno a sinistra e il suo è un giudizio da ex storico dirigente della locale Cgil. “A Sgarro lo conosciamo da bambino – si leva dal gruppo un’altra voce – e ci sembra l’unico che dice qualcosa di contenuto. I temi sono ripetitivi, sempre quelli”. É una campagna di “basso profilo”. È di nuovo Valentino a riprendere la parola, mentre gli altri annuiscono. “Una campagna senza contenuti – continua – fatta di denigrazioni continue, di barzellette e scemenze varie. La precedente è stata più seria, eccetto un comico molto bravo, l’avvocato Metta. Nessuno, finora, c’ha detto cosa vuole fare per cambiare; solo il ragazzo, e senza promettere posti di lavoro.
Ed è già tempo di pronostici
Davanti al caffè ci si abbandona anche ai pronostici e secondo le previsioni da bar “tutto dovrebbe risolversi con un ballottaggio Metta-Sgarro”. “E ne sono convinte anche persone vicine al centrodestra e candidati nelle liste del centrodestra, di Forza Italia”, riferisce un altro barman del centro, che non crede al voto per inerzia e percepisce una partecipazione sentita per questa competizione elettorale, “soprattutto perché in questi dieci anni in cui c’è stato poco e niente, c’é voglia di cambiare”. Si indica Franco Metta come alternativa, stando a quanto riferito, “ma si parla bene anche di Sgarro, come ragazzo giovane che possa offrire delle aspettative diverse rispetto a quelle a cui ci hanno abituato”.
La parola ai braccianti
Nel tardo pomeriggio dal sapore estivo, poco prima delle 19, l’angolo di viale Roosevelt ospitava le solite capannelle di braccianti. È una consuetudine, dopo il lavoro nei campi, ritrovarsi nella “strada larga dei lavoratori”, a cui per tradizione é affidato il compito di gestire l’incontro tra la domanda e l’offerta di manodopera agricola. In cinque appoggiati a una fioriera, con le spalle curve e la schiena dritta, condividono la fatica di lavorare da cinquant’anni nei campi. Il tono di voce si alza quando gli si chiede che ne pensano della campagna elettorale, dei candidati in lista. Lamentano l’assenza di interventi comunali per l’arredo urbano, “i sedili che non ci sono”. E le altre piccole cose importanti che non sfuggono a chi vive la città per strada. “Stava una fontana vicino al Comune nuovo, hanno addirittura chiuso l’acqua. Cerignola è abbandonata. E noi le tasse le paghiamo, paghiamo i passi carrabili, l’Ici sulla terra, l’immondizia, l’Imu sulla casa”, si sfogano.
“I candidati non li voglio neanche conoscere e non sappiamo se andremo a votare. Io non vado a votare da una buona quindicina d’anni. Non credo più a nessuno. Sono arrivato a 41 anni di contributi e tra un po’ finisco 64 anni e non posso andare in pensione, e per la rabbia non mi interessa né il governo di Montecitorio né le comunali di Cerignola”, si fa avanti uno di uno di loro. “Non devi parlare così, da menefreghista, perché poi ne hai colpa pure tu. A me non interessa chi votate, basta che andate a votare. Che c’entra la pensione?”, ribatte uno degli amici che ha ben chiara la sua preferenza di voto. “In dieci anni Giannatempo che ha fatto, se già nei primi cinque anni non ha fatto niente perché le femmine lo hanno votato ancora? Ha preso i voti dall’ospedale (alludendo al fatto che la sua professione di ginecologi gli abbia favorito il consenso delle gestanti, ndr). Allora vogliamo cambiare? Diamo il voto a Tatarella, vediamo che fa quest’altro…volevo dire Metta, ho sbagliato. Lui vuole rinnovare, perché non provare? In tutti questi anni non è mai cambiato niente”. In totale disaccordo con lui, interviene un altro anziano bracciante del gruppo. “A Sgarro che è un giovane, gliela posso dare la fiducia, ma agli altri no, e quello proprio no. Sto ragazzo mi convince, è giovane e può fare strada”. “Abbiamo visto che ha fatto un comizio, proprio qua –aggiunge il sessantaquattrenne arrabbiato per il pensionamento ancora lontano- e sembra una brava persona, un giovane preparato; sa parlare”.
Troppi candidati. “Ogni famiglia ha un parente in lista”
Dal sondaggio tra gli edicolanti si ricava uno scenario confuso. “Non c’è quell’atmosfera che si respirava alla passata tornata elezione – osservano dal chioschetto dei giornali qualche metro più in là -, quando si respirava una certa curiosità per Metta, che era la novità che stava sulla bocca di tutti. Onestamente questa volta non vedo neanche una netta distinzione, né destra, né sinistra. C’è molta confusione in giro e la gente la percepisce così questa competizione. Ci sono troppi candidati, oltre 400; ogni famiglia c’ha un parente in lista o un legame con i candidati. Secondo me poi, per quello che sento dai commenti della mia clientela, alla fine sarà una lotta Metta contro Sgarro”. Una previsione di ballottaggio che accomuna i commentatori delle notizie stampate, a sentire altri edicolanti lungo corso Roma. “Nel periodo di campagna elettorale la scorsa volta l’umore si percepiva in maniera molto più definita e sembrava che Metta fosse il candidato con più chance, perché la gente ne parlava con fiducia, rappresentava una scelta. Questa volta si intuisce che ci sarà una competizione tra Metta e Sgarro, mentre il centrodestra non viene nemmeno citato nei discorsi. È del tutto assente, non ne sento parlare né in bene né in male”, confida un altro edicolante a contatto con il pubblico dei lettori fidelizzati.
“Questa volta – ribadisce – mi sembra che le cose siano ancora in alto mare, non c’è qualcosa di ben definito. Si sente più che altro parlare del candidato del centrosinistra e di Metta. Poi la gente si fa un sacco di risate a leggere tutti questi nomi di candidati sui santini e sui manifesti, di persone che non sanno neanche parlare”. Non si sorprende poi, se tra gli sfacciati avventurieri sono scesi in campo anche soggetti “incandidabili” che “ci hanno fatti diventare una barzelletta”.