Tanto tuonò che piovve: conferenze stampa, comunicati, ping-pong fra lui e la segreteria, ricorso alla commissione di garanzia nazionale del Pd. Emiliano, alla vigilia della direzione regionale ha deciso: il consigliere Sergio Clemente (oltre 6mila voti alle scorse regionali ottenute in quasi tutti i 61 Comuni della Capitanata) sarà inserito nella prima delle due liste del presidente. Possibile che l’ultimo responso della commissione di garanzia – che ha deposto tre partecipanti a quella famosa direzione provinciale in cui fu escluso dai nomi verso via Capruzzi – abbia contribuito a sbloccare la situazione.
Certo i commenti della base non lasciano molti dubbi: “Ma è logico, il segretario ha tutto l’interesse ad averlo con lui”. Bando agli indugi, il confronto sui voti che si otterranno in Capitanata sarà impietoso, tanto più su Foggia che ne presenta tre, Lusi, Clemente, Piemontese, dal Pd o liste collegate.
Nel primo esercito del presidente, cioè nella sua prima lista, si annoverano i nomi di Liscio (Cerignola), Leo Di Gioia (Foggia), Gigi Damone (San Severo), Agnusdei (Lucera), un elenco che nella sua formazione ha dissuaso più di qualcuno a scendere in campo: “No, e chi si cimenta..”.
Il rebus Santarelli (Psi)
L’elenco delle decisioni provinciali sulla lista del Pd approda in direzione regionale con qualche dubbio: Michele Santarelli, attualmente segretario del Psi, potrebbe non essere riconfermato. Si tratta di voci che riguardano il “modo non ortodosso” in cui è stata chiusa la sua candidatura, un confronto a due con Raffaele Piemontese e la benedizione di Mariano Rauseo ed Elena Gentile. Al suo posto subentrerebbe Francesco Di Noia, ventottenne di Zapponeta, presidente dei Giovani democratici.
Le critiche dei dirigenti
Arrivano intanto le critiche alla direzione provinciale di Lorenzo Frattarolo, renziano della prima ora, componente della stessa direzione. Quel giorno del voto che ha silurato Clemente non c’era, aveva chiesto di rimandare l’incontro ma insomma, i tempi erano già dettati.
Contro “la saggezza e l’equilibrio di Emiliano – che ha ripreso il nodo Clemente – c’è una dirigenza locale inadeguata e miope, la prova nell’ultima direzione provinciale del partito: tifa contro il Pd chi costruisce liste deboli ad usum delphini. Tifa contro il Pd chi costringe esponenti del Pd a candidarsi in liste diverse, chi ne calpesta in modo arrogante lo statuto, chi alimenta divisioni e risse con l’unico scopo di difendere i propri personalissimi e confusi progetti.”