Incontro nella sede dell’associazione Capitanata Futura (organizzatrice dell’evento) con il sottosegretario alle Riforme Costituzionali, l’onorevole del Pd Ivan Scalfarotto, giunto a Foggia per illustrare nel dettaglio, ad una sala gremita di gente, il senso e gli aspetti tecnici della nuova legge elettorale e della riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione.
In effetti l’incontro battezzato “Dall’Italicum alle riforme costituzionali. A che punto siamo”, e introdotto dalla neo-presidente di Capitanata Futura, Tiziana Zappatore, è servito anche ad avere anticipazioni e conferme sui tempi entro cui il Governo Renzi dovrebbe riuscire a “portare a casa” le riforme, con, in aggiunta, le previsioni e le analisi di Scalfarotto sulla tenuta dell’esecutivo e sui toni particolarmente accesi consumatisi in questi giorni tra la maggioranza e la minoranza della direzione del Pd in tema di legge elettorale.
“L’Italicum – ha precisato Scalfarotto – dovrebbe essere approvato a brevissimo, entro gli inizi di maggio mentre per le riforme costituzionali auspichiamo che vadano in porto entro giugno dell’anno prossimo. Riforme, queste, che, nel complesso, permetteranno a chi governa di agire concretamente, e senza più pretesti di ingovernabilità, sul sistema nazione. Riforme che non hanno carattere liberticida, come qualcuno ha detto, ma che invece permetteranno di evitare quelle derive autoritarie a cui, tipicamente, vanno incontro le democrazie inefficienti. E arrivato il momento di modificare quegli schemi istituzionali lanciati durante la particolarissima stagione della Costituente e il cui corollario è stato, paradossalmente, la volontà di ‘non prendere decisioni’. Il bicameralismo perfetto è un unicum al mondo tutto italiano e va cambiato per accelerare i processi decisionali del Paese”, ha sottolineato Scalfarotto.
Secondo Scalfarotto infatti “anche se gli italiani avvertono con urgenza la crisi in altri settori della vita politico-amministrativa, la riforma elettorale, quella del Senato e del Titolo V sono temi indifferibili e da realizzare in fretta proprio perché agiscono sull’incisività della macchina istituzionale, cosa che va a influire su tutti i settori della vita del Paese”. Per Scalfarotto “con queste riforme, che seguono le linee guida dell’efficienza e dell’efficacia, non si stanno cambiando i valori della carta costituzionale italiana, la più bella al mondo per forma e contenuti, bensì i meccanismi istituzionali, non la ‘carrozzeria’ della macchina di governo bensì il suo ‘motore’.
E così, come ha illustrato Scalfarotto, “la riforma del Senato servirà a velocizzare l’iter legislativo e a ridurre l’uso ‘improprio’ del decreto legge, oltre ad abbattere alcuni costi dello Stato: Palazzo Madama sarà costituito da soli 100 senatori eletti all’interno dei Consigli regionali (con un sistema di voto ‘bloccato’ per garantirvi una minoranza politica) e pagati dalle Regioni, invece degli attuali 315 senatori tuttora ‘mantenuti’ dal Governo centrale. Il Senato – ha continuato Scalfarotto – voterà in sistema bicamerale solo su leggi di modifica costituzionale e su questioni che ineriscono alle autonomie locali mentre in tutti gli altri casi avrà potere di discussione e modifica del testo di legge per una volta sola, evitandosi così lunghe navette parlamentari che procrastinano di molto i processi legislativi. Il Governo potrà inoltre chiedere alle Camere di approvare i disegni di legge entro tempi certi”.
Con la riforma del Titolo V, poi, ha spiegato Scalfarotto,si delinea in modo più netto la titolarità legislativa di Stato e Regioni: torna di competenza dello Stato la legiferazione su alcuni settori strategici come il turismo e le infrastrutture, si riaccentra, dunque, la potestà su alcune materie garantendo comunque una supervisione da partedei territori locali attraverso la presenza e l’azione dei ‘senatori-consiglieri regionali’ e annullando, infine, quel principio di ‘legislazione concorrente’ che bloccava l’applicazione delle leggi a suon di ricorsi giuridici tra Stato e Regioni. Attraverso la “clausola di supremazia”, poi, ha continuato Scalfarotto, in casi di estrema urgenza o gravità, lo Stato può avocare a sé la titolarità di legiferare anche sulle materie assegnate alle Regioni.
Infine la nuova legge elettorale, il cosiddetto Italicum, servirà, come ha spiegato nel dettaglio Scalfarotto, a garantire un maggiore equilibrio tra il portato di governabilità del “Porcellum” e quello di rappresentatività dato dal sistema proporzionale: “l’Italicum fa più chiarezza sul partito che vince le elezioni e gli attribuisce una buona governabilità”, ha sottolineato Scalfarotto. Arriva dunque il premio di maggioranza al 55 percento per il partito che supererà la soglia del 40 percento dei voti, se questo non accade i 2 partiti che hanno riscosso maggior consensi vanno al ballottaggio. “Un sistema elettorale che va in direzione di un bipolarismo partitico, insomma”. Le soglie di accesso ai seggi abbassate dall’8 al 3 percento e l’introduzione, nei collegi elettorali, della doppia preferenza di genere accanto ai capilista bloccati rappresentano le principali innovazioni della nuova legge elettorale, che, ha spiegato Scalfarotto su sollecitazione delle platea, è andata incontro anche alle richieste della minoranza del Pd. “Non capisco dunque come sia possibile l’ostilità mostrata da Bersani, Civati e compagni nei confronti di questa legge – ha chiosato il Sottosegretario – Forse è il retaggio di un conservatorismo tipico della sinistra storica italianache torna strumentale in queste occasioni per una battaglia politico-ideologica più ampia”.
“Nonostante questo – ha concluso Scalfarotto – sono convinto che le riforme andranno in porto e che il Governo Renzi reggerà fino alla fine degli obiettivi che si è posto. I numeri ci sono. Andiamo avanti con fiducia”.