A meno di un mese dalla tradizionale data di apertura della Fiera Internazionale dell’Agricoltura di Foggia, non solo non si avvertono segnali del dinamismo che caratterizza l’organizzazione dell’ormai storico appuntamento annuale per la Capitanata, ma, al contrario, appaiono sulla stampa locale dichiarazioni contraddittorie, che alimentano serie preoccupazioni sul futuro dell’Ente, con inevitabili ripercussioni a carico dei 17 dipendenti che, già da 4 mesi non percepiscono alcuno stipendio. Per questo Cgil e Cisl hanno proclamato lo stato di agitazione, chiedendo un incontro al prefetto. “Non siamo a conoscenza – hanno spiegato i sindacati – di un piano industriale che traguardi il rilancio dell’attività fieristica, fino ad oggi strumento strategico di promozione del sistema imprenditoriale e del territorio di questa provincia”. Un appello che viene rivolto alla presidenza dell’Ente Fiera ma anche ai soci fondatori – Comune di Foggia, Provincia e Camera di Commercio – “perché rendano note che idee e programmi hanno per la Fiera di Foggia. A fronte anche di ritardi e ridotti finanziamenti per l’Ente degli stessi soci”. Invito esteso all’organismo di controllo che siede con un suo rappresentante nel Cda, la Regione Puglia. “Il 31 marzo è scaduto il bando per aprire all’ingresso dei privati, ma è andato deserto. Le risposte avute in sede di incontro con il presidente dell’Ente non ci hanno soddisfatto, si è fatto generico riferimento alla legge regionale e a finanziamenti utili al rilancio”.
Il presidente Fedele Cannerozzi, peraltro, dichiarato di recente: “Non abbiamo soldi in cassa e non vedo che tipo di attività si possa fare a queste condizioni. Faremo soltanto i due saloni storici, Fieragricola e Ottobredauno, nel rispetto dei nostri dipendenti per i quali il problema è gravissimo. Anche su questo tema i soci fondatori non hanno manifestato alcun tipo di interesse a risolvere la situazione….”. Ciò “in palese contrasto con l’ottimismo manifestato a mezzo stampa dall’onorevole Colomba Mongiello sul futuro dell’Ente fieristico”.
“Sono affermazioni preoccupanti”, afferma Lucio Ventura, consigliere della Puglia prima di tutto al Comune di Foggia, perché “non lasciano intravvedere certezze sul futuro della Fiera, ma diventano soltanto semplicistiche esternazioni, destinaei più a rimuovere responsabilità che non a progettare una seria ripresa dell’Ente”.
Ventura, e come lui anche il candidato presidente per la Regione Puglia Francesco Schittulli sostiene che “in questo ultimo decennio a guida di centrosinistra alla Regione Puglia ed analoga Presidenza dell’Ente fieristico, sempre minore attenzione è stata dedicata alle esigenze di sopravvivenza finanziaria dello storico Ente Fiera di Foggia, contrariamente a quanto avvenuto, invece, per l’Ente Fiera di Bari, destinatario di consistenti interventi finanziari regionali, per tentare di risanare i disavanzi di bilancio”.
“Foggia e la Capitanata – continua Ventura – non possono perdere questo elemento fondamentale del territorio dai tempi del medioevo sino a quelli della ripresa postbellica, quando la Fiera Nazionale dell’Agricoltura e della Zootecnia di Foggia, dopo la storica inaugurazione del 23 maggio 1955, da parte del ministro dell’Agricoltura, Medici, è stata sempre caratterizzata da prestigiosi eventi che hanno visto avvicendarsi, in occasione delle aperture inaugurali e non solo, ministri ed autorevoli rappresentanti di Governo Nazionale, sempre più spesso sostituiti negli ultimi anni da comparse regionali di minore rappresentatività e garanzia in termini di impegni, programmi e proposte per il futuro dell’Ente Fieristico di Foggia”.
Ventura, “per fugare le dichiarate preoccupazioni e per scongiurare il rischio di una paventata ingloriosa chiusura dell’Ente”, sollecita il sindaco e l’amministrazione comunale ad avviare “iniziative sinergiche con le altre Istituzioni cittadine, provinciali, sindacali, di categoria, l’Università ed il management dell’Ente, affinché si mobilitino per ridare alla Fiera di Foggia il lustro e lo splendore che per anni ha caratterizzato le innumerevoli manifestazioni che hanno persino elevato a livello internazionale quella relativa al settore dell’agricoltura, settore trainante per l’economia e lo sviluppo della Capitanata”. “In questo momento – conclude – in cui la città sta creando le condizioni di ripresa per il proprio futuro, l’amministrazione comunale ha il dovere di avviare atti concreti, perché Foggia non merita una nuova offesa alla propria identità con la cancellazione di un altro capitolo della propria gloriosa storia cittadina”.