Più di 2mila lavoratori partono ogni giorno dalla provincia di Foggia verso Melfi e Termoli. Senza nessuna garanzia sui collegamenti pubblici. Per questo il coordinatore della Fismic, Antonio Zenga, ha scritto una lettera al governatore Nichi Vendola per chiedere di “colmare la disparità” esistente tra la Capitanata e la provincia di Bari nella qualità dei collegamenti. “Ho incontrato l’assessore ai Trasporti Giovanni Giannini – ha esordito il sindacalista – ma ho abbandonato il tavolo dopo qualche minuto, perché dall’altra parte non c’era nessuna volontà di ascoltare le questioni”.
Melfi e Termoli, così vicine così lontane
La Sata di Melfi e la Fiat di Termoli sembrano un miraggio per gli operai chiamati sulla linea di montaggio durante il fine settimana. La domenica non c’è nemmeno un autobus. Chi ha l’auto è fortunato, gli altri devono trovare soluzioni diverse. Il risultato? “I costi per un lavoratore della provincia di Foggia sono superiori di 400 euro rispetto ad un collega molisano o lucano”, spiega Zenga. Una sperequazione “insopportabile”: “Tali lavoratori – prosegue – sono costretti per di più a sostenere costi per i trasporti superiori, ma la differenza non è determinata dalla distanza delle abitazioni dal posto di lavoro, bensì dalle tariffe: lucani e molisani pagano 46 euro al mese per 60 chilometri, mentre i pugliesi 78 euro per la stessa distanza”. Per i foggiani la cifra lievita fino a 86,40 euro per il mensile.
Nuove assunzioni, stessi problemi
“In dieci anni di governo Vendola non è cambiato niente”, scrivono dal sindacato. “Ci sono 1598 lavoratori pugliesi, compresi i nuovi assunti, che si dirigono ogni giorno verso la Sata, senza contare le aziende dell’indotto – spiegano -: 1261 dalla provincia di Foggia (482 solo dal capoluogo), 322 da Bari e Bati, ma anche da Brindisi, Lecce e Taranto, ma i problemi infrastrutturali che si stanno verificando nel sistema dei trasporti da e per l’area industriale di Melfi aumentano”. Prima di proseguire: “La risalita produttiva di Fca e la fine della cassa integrazione hanno notevolmente aumentato il bacino di utenza del trasporto pubblico. Ma all’aumento traffico dei turni di lavoro non è seguito finora un incremento dei servizi di trasporto, soprattutto per gli oltre 2mila lavoratori pugliesi. Eppure in questi anni pare che i contributi regionali alle aziende di trasporto siano stati pari al servizio sui 18 turni, nonostante la cassa integrazione. E ora che si lavora sui 20 turni, magicamente quei fondi scompaiono”.
Foggia, zona industriale nel degrado
La questione riguarda anche i pugliesi che arrivano a Foggia per lavorare nelle aziende in zona Asi Incoronata (dall’Alenia all’ex Sofim, fino alla Tozzi). Proprio la Fismic in questi giorni ha denunciato – attraverso un reportage fotografico . il mancato funzionamento del cavalcavia in zona Asi. “I disagi dei pendolari per raggiungere l’area sono enormi – sottolinea Zenga -. A parte le buche profonde, la strada dissestata, il fango quando piove, che hanno provocato più di un incidente ai lavoratori, dalla stazione incoronata è impossibile raggiungere con i mezzi le aziende in cui si lavora e si è costretti a sfidare il torrente con mezzi propri, a causa di un cavalcavia terminato circa quindici anni fa e mai collaudato”. I lavoratori dell’Alenia hanno raccolto molte firme, per via anche dell’accumulo di rifiuti (anche pericolosi) nella stessa zona. Ma finora nessuno ha risposto.