“Basta lagne. Trasformiamo il baffo ferroviario in una grande opportunità per Foggia”. A sostenerlo è Fabrizio Tatarella che aggiunge: “Resta inteso che non un solo treno deve bypassare Foggia, già privata e depotenziata in mille altre occasioni, ma, intanto, è anche il momento di pensare finalmente in grande, guardando al futuro e programmando con serietà e lungimiranza lo sviluppo del nostro territorio. La politica piagnona e protestataria – continua Tatarella – non mi è mai piaciuta e spesso è servita solo da coperta e da alibi a una classe dirigente miope, assenteista e incapace di programmare lo sviluppo. Era assai prevedibile, sin dal primo momento, che il “baffo” dovesse servire anche al traffico passeggeri. Sostenere ancora il contrario è solo una brutta pagina della politica regionale e nazionale. Crederci è stata una prova di ingenuità e miopia della politica locale. Le tardive proteste di oggi sarebbero state più utili ieri, quando tutti siamo stati assenti e distratti. Oggi – insiste Tatarella – non possiamo e non dobbiamo rallentare l’Alta capacità e, allo stesso tempo, non possiamo restare tagliati fuori da questo progetto, che è utile a tutto il sud. Non possiamo nemmeno accontentarci di banali e improponibili navette, ma dobbiamo utilizzare il “baffo” per ottenere la costruzione di una seconda stazione per Foggia.
Tutte le grandi città hanno più di una stazione e questa eventualità non rappresenta un depotenziamento, ma un vantaggio per Foggia. Con due stazioni, Foggia valorizza la sua centralità e la sua posizione di fondamentale snodo ferroviario del Mezzogiorno. Istituzioni, politica, forze imprenditoriali e sindacali – insiste Tatarella – debbono battersi unitariamente per questo obiettivo. Lo Stato deve garantire la costruzione della nuova stazione, mentre il Comune deve cogliere questa grande opportunità per riqualificare e modernizzare la vasta area urbana che si estende fra le due stazioni, sfruttando anche i suoli dismessi da Rtf. La Regione deve fare da regia e da garante, mettendo a disposizione anche una fetta dei fondi strutturali dell’Unione europea, sino ad oggi malamente spesi solo per sagre e festival provinciali. La classe dirigente di Capitanata – conclude Tatarella – è chiamata a questa grande prova di maturità, difendendo oggi tutte le fermate dei treni e, contemporaneamente, disegnando e realizzando nuovi suggestivi scenari per un futuro non molto lontano.”