“Non è che mi lasciano ancora qui?”. Non è proprio una scena alla Lehman Brothers quella del commissario degli Ospedali Riuniti di Foggia, Tommaso Moretti. Ancora non si vedono gli scatoloni che il manager di Monopoli dovrà portarsi via dopo il lungo addio dalla guida del secondo policlinico della regione. Almeno finché non si farà vivo il nuovo direttore generale Antonio Pedota, che finora non è stato ancora visto nei corridoi di via Pinto né, tantomeno, in quelli della Regione Puglia. Anche perché proprio a Bari, la commissione presieduta dall’assessore regionale alla Salute, Donato Pentassuglia, avrebbe dovuto dare il parere definitivo sui requisiti dell’ex direttore del “San Carlo” di Potenza. Parere che finora non è arrivato.
Il governatore Nichi Vendola, nel frattempo, starebbe cercando di “alzare il tiro” con l’altra nomina rimasta nel caricatore, quella dell’Asl di Foggia. Proprio durante la Giunta di oggi potrebbe spuntare il nuovo nome, pur non essendo il tema all’ordine del giorno (ma la contemporanea scadenza dell’incarico all’attuale dg Attilio Manfrini lascia pensare che sarà così). Peraltro, l’ingegnere di Cerignola è particolarmente inviperito per le “sorprese” di Vendola, il quale già da qualche settimana ha iniziato a “valutare i curricula dei potenziali successori”, così come confermato da alcuni componenti della squadra di governo. Livori vieppiù evidenziati dal barese Nicola Delvino, particolarmente inviso all’ex assessore alla Sanità Elena Gentile, il cui nome continua a circolare in contrapposizione a quello del foggiano Michele Ametta, attuale direttore amministrativo degli Ospedali Riuniti ed espressione del blocco di potere dell’Alto Tavoliere nella sanità.
Resta il giallo sull’ex segretario del Pd di Lauria, ritenuto vicinissimo al sottosegretario al ministero della Salute ed ex governatore della Basilicata (dal 2005 al 2013) Vito De Filippo, dimessosi per una condanna della Corte dei conti ed entrato nell’occhio del ciclone perché il suo nome figura tra gli indagati del governo guidato da Matteo Renzi. L’altra connessione porta direttamente al predecessore di De Filippo in Regione, il senatore di Montescaglioso Filippo Bubbico, viceministro dell’Interno (indagato) sempre nello stesso governo. “È solo una formalità quella del parere della commissione, regolamentato con legge regionale – spiegano a l’Immediato dal Lungomare Nazario Sauro -, peraltro entro 30 giorni dalla nomina, se non dovesse arrivare il parere definitivo, scatterebbe il silenzio-assenso”. Lo stesso che sembra regnare da più di due settimane nel nosocomio foggiano.