E’ stato fondato 50 anni fa da Monsignor Paolo Carta. A settembre prossimo il Seminario diocesano chiude i battenti in un clima di veleni che vede contrapposte la vecchia amministrazione di Don Fausto Parisi, penultimo rettore dell’istituto, e il nuovo arcivescovo Monsignor Vincenzo Pelvi. Ma la scia di rancori e polemiche coinvolge ovviamente anche i genitori, in parte d’accordo con la tesi secondo cui il nuovo arcivescovo della diocesi Foggia-Bovino sarebbe “insensibile” alle loro istanze, cioè quelle di mantenere in piedi scuola, alunni e docenti.
Parisi si schiera nettamente dalla parte dei genitori e polemizza su facebook: “Grazie Pelvi per questo gesto di coraggio, così la cosa proprio non poteva andare avanti anche se c’erano mille altre soluzioni rispetto alla chiusura e basta”. E aggiunge sarcastico, con riferimento agli anni di Monsignor Tamburrino e interrogando con retorico ultimatum: “A quando la chiusura del seminario diocesano, inutile dinosauro dell’era tamburriniana? Ne avrà il coraggio?”. Affonda Don Fausto anche sulle difficoltà economiche della scuola di teologia: “Varrà la stessa logica per altri istituti come la scuola di teologia che quanto a crisi economica non scherza?”.
Un calo di iscrizioni al seminario, dicono, in base alla crisi che ha colpito una serie di istituti religiosi. Gli alunni che frequentano la struttura di via Napoli sono circa 60, il numero dei moduli per l’anno prossimo sarebbe esiguo.
Ma sono le vertenze di lavoro in corso, almeno una decina ed altre che potrebbero subentrare, ad aver messo in crisi il bilancio dell’istituto. “La diocesi non ce la fa, Pelvi ha messo la parola fine ad una grave situazione in atto da anni” riferiscono alcune fonti religiose che contestano anche le tesi di don Fausto: “Scrive dal suo punto di vista”. Una stima approssimativa calcola un buco di 400mila euro, con difficoltà notevoli anche a coprire le spese correnti e il pagamento degli insegnati. E’ scoppiata la polemica sui bilanci degli anni precedenti e su come mai nessuno avrebbe rilevato “la crisi economica” e le “illiceità”. Reciproche le accuse e lo scaricabarile delle colpe.
In allarme i genitori alla ricerca di un nuovo istituto. Le Marcelline, si diceva, avrebbero potuto accogliere gli studenti “perdenti classe” poiché l’anno prossimo sarebbero diventati “Istituto polivalente”. Una speranza delusa dalle parole della preside che pure ha accolto 3 insegnanti di Maria Regina, 3 classi dello stesso istituto e alcuni bambini dell’istituto Figliolia: “Viviamo con le suore questo dramma – spiega la preside Stefania Tetta – abbiamo voluto dare ai genitori la possibilità di scegliersi l’educazione che desiderano, cosa che gli è stata negata. Ma per legge dobbiamo attivare le scuole superiori dal primo anno, dopo la primaria mancano le risorse fermo restando che anche medie e superiori sono paritarie”.