Con 48 voti a favore e 10 contro, il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza la legge elettorale. In precedenza erano stati approvati i tre articoli (5, 6 e 8) che avevano attinenza con gli emendamenti in materia di parità di genere, accantonati a seguito della pregiudiziale posta al riguardo dal capogruppo di Forza Italia che ha visto l’assemblea pronunciarsi con voto elettronico con 37 voti favorevoli e 22 contrari.
A seguito dell’esito del voto segreto, i tre articoli in questione sono stati approvati a maggioranza con il voto contrario di Sel, La Puglia per Vendola e degli assessori all’Ambiente Lorenzo Nicastro (che ha espresso la sua posizione come Italia dei valori) e al Lavoro Leo Caroli. Approvato l’articolo che ridefinisce le soglie di sbarramento. Le coalizioni sono ammesse alla distribuzione dei seggi qualora conseguano l’8% dei voti validi. All’interno delle coalizioni, i singoli partiti devono invece superare la soglia del 4% (proposta passata con il voto contrario dei consiglieri socialisti Franco Pastore e Donato Pellegrino). Per i partiti non in coalizione la soglia per l’attribuzione dei seggi sale all’8%. Contrari all’emendamento che ha elevato lo sbarramento all’8% Sel, PpV e IdV.
Vendola abbandona l’aula
Stessa situazione nell’approvazione finale della legge che ha registrato il voto favorevole del centro destra e del Pd, il cui capogruppo Pino Romano ha espresso disagio per come si sono sviluppati i lavori sulla parità di genere. “Non credo che lo scarto stia tutto da questa parte, perché mancano i numeri per dimostrare questo”. “Non siamo i responsabili. Ci sentiamo la responsabilità, che è cosa diversa di quello che è successo. Però al punto in cui siamo giunti io non me la sento di dire al mio Gruppo di abbandonare l’aula e di far cadere il lavoro faticoso che abbiamo fatto fino a questo punto”. “Meglio una legge brutta che può essere emendata – ha aggiunto – che una vacatio”, perché diversamente sarebbe stato il caos. Sul punto si sono scatenate le ire del governatore uscente Nichi Vendola. Dopo la dichiarazione del presidente del Consiglio Onofrio Introna che ha formalizzato il fallimento delle proposte riguardanti la doppia preferenza e le liste al 50%, Vendola ha abbandonato i lavori dell’aula. In una breve conferenza stampa ha dichiarato: “Questa legge elettorale è un mostro giuridico. Oggi il Consiglio regionale ha scritto una pagina molto brutta. Immaginare soglie di sbarramento differenziata con il 4% per i partiti che sono all’interno di una coalizione e l’8% all’esterno significa che i voti degli elettori non hanno tutti lo stesso peso. Un partito con il 4% può eleggere in Consiglio regionale, uno con quasi il doppio dei voti no. è una scelta per me incomprensibile”.
Emiliano: “Giorno triste per la politica”
La segretezza del voto, dunque, seppellisce le aspirazioni di genere del comitato 50/50. Lapalissiano che la maggioranza di uomini in consiglio tiene al proprio seggio. Maria Elena Ritrovato, portavoce delle donne Pd di Capitanata: “Era questo il fattore x della politica, gli altri emendamenti sono stati affrontati abbastanza velocemente. Ma non ce l’avrebbero fatta senza il voto di 15 consiglieri di maggioranza che si sono nascosti dietro il voto segreto. La politica è fatta di persone”.
Patrizia Lusi, dirigente provinciale del Pd, ringrazia Michele Emiliano: “Per aver fatto sua la nostra battaglia, ma grazie a chi si è nascosto dietro al voto segreto perché scatenerà una reazione a catena incredibile”. Intanto anche il segretario regionale posta una nota su fb: “Il centro destra pugliese non parli mai più di donne e dei loro diritti. Non candideremo tutti coloro che, cogliendo l’espediente offerto dal capogruppo di Forza Italia, hanno impedito il voto sulla doppia preferenza di genere. È un giorno triste per la politica. Terrò conto di quanto accaduto nella composizione delle liste chiedendo a tutti di non indicare candidati che si sono espressi contro la doppia preferenza di genere. Candiderò a capolista per il Pd, in tutte le province pugliesi, delle donne e farò personalmente campagna elettorale per loro chiedendo ai pugliesi di votarle”. E promette: “Se verrò eletto presidente chiederò al nuovo consiglio regionale di votare subito una nuova legge elettorale che rimuova gli ostacoli alla elezione paritaria delle donne e il limite dell’8% dello sbarramento di coalizione”.
Zullo fa festa: “Abbiamo vinto”
Il forzista Ignazio Zullo gongola: “Abbiamo vinto. La forza delle idee ha superato la forza dei numeri e siamo diventati noi maggioranza nel mettere in evidenza che proseguire nella votazione sulla doppia preferenza era innanzitutto fazioso, perché il Consiglio regionale si era già espresso a riguardo; ma era anche pericoloso, perché poteva consegnare la politica in mano ai poteri forti di tipo economico e criminale”.
Per Zullo si tratta di “una vittoria su Vendola, su Emiliano e su quelli che sono ancorati al consenso elettorale esercitato con l’appoggio dei poteri forti. Vogliamo una politica che parli alle persone, seria e trasparente dove si conquisti il voto semplicemente con il rapporto con l’elettorato. Anche nelle urne – conclude Zullo – vinceremo così su Vendola ed Emiliano”.
Loredana Capone: “Tranello alla democrazia paritaria”
Dure reazioni anche da parte degli altri componenti della Giunta: “Abbiamo approvato la nuova legge elettorale regionale – ha detto l’assessora e consigliera regionale Loredana Capone. – Ma non mi sento di gioire perché, purtroppo, dietro il voto segreto si è nascosto un tranello alla democrazia paritaria e all’apertura alle donne del Consiglio regionale. In questa consiliatura siamo solo tre donne elette su settanta consiglieri. Io penso che bisogna trovare una soluzione a questa lacuna di rappresentanza. La doppia preferenza, già prevista per le elezioni comunali, poteva essere uno strumento. Non esaustivo ma uno strumento. E invece in tanti, ben 37 consiglieri, hanno scelto persino di non votare nel merito votando una pregiudiziale, proposta dalla destra, che di fatto ha impedito al Consiglio regionale di pronunciarsi sulla doppia preferenza. La democrazia paritaria è stata di nuovo gabbata”. Dello stesso avviso Anna Rita Lemma del Pd. Soddisfazione è stata espressa invece dall’Udc, Nuovo Centrodestra e Forza Italia.
Il rammarico di Introna
In chiusura il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna ha ringraziato per il lavoro svolto i funzionari dell’Ufficio legislativo e della Prefettura e ha espresso tutto il rammarico che un voto segreto abbia tolto al Consiglio regionale la forza di affrontare un argomento così serio, come quello della parità di genere, con trasparenza. “Mi auguro che nel prosieguo dell’attività – ha concluso – , soprattutto nella prossima legislatura, su questo argomento i colleghi consiglieri abbiano più coraggio di rappresentare le proprie idee”.