“Noi siamo d’accordo sul divieto dei doppi incarichi per i consiglieri regionali, ma chiediamo in cambio aiuto sulla doppia preferenza di genere”. Risponde così Michele Emiliano a Francesco Schittulli che ha proposto l’impossibilità per un consigliere regionale di poter svolgere contemporaneamente più ruoli politico-amministrativi. “Una testa una poltrona” invoca il candidato governatore del centrodestra “per garantire un vero ricambio generazionale e così fare in modo che più persone siano protagoniste attive della politica e questa non sia in mano sempre ai soliti noti”. Fa riferimento anche al codice etico del Pd e al doppio incarico di Emiliano nel caso diventasse governatore di Puglia. Si augura che l’emendamento passi in consiglio regionale “all’unanimità, è tempo che la politica sappia parlare con i fatti alle persone, senza infingimenti, demagogia e populismo”.
“Se qualcuno verrà eletto consigliere regionale – sottolinea Emiliano – è giusto che dopo si dimetta da qualunque altro incarico politico. È giusto che anche in politica ci siano aspirazioni a crescere nella responsabilità e nel ruolo, ma non ha senso cumulare anche incarichi di consigliere comunale trascurando poi entrambe le funzioni”.
Comincia oggi in aula la discussione sulla legge elettorale. Vari i nodi in discussione tra cui la doppia preferenza. Com’è noto, la posizione del segretario Pd in merito è alquanto intransigente (non ricandidatura per chi vota contro, ha detto Emiliano nell’ultima assemblea del comitato 50/50 suscitando la reazione altrettanto forte del forzista Ignazio Zullo che ha scritto al presidente Mattarella giudicando “improprie e invasive” le esternazioni del segretario). Dunque Emiliano si dice d’accordo ma vuole stanare gli avversari sulla questione di genere.
“Oggi però abbiamo di fronte un altro problema, molto più grave. E cioè – aggiunge Emiliano – che tradizionalmente nel consiglio regionale pugliese siede un numero risibile di donne, e questo in contraddizione con le proporzioni uomo/donna di tutti i principali ruoli dirigenziali e di responsabilità nelle pubbliche amministrazioni, nell’istruzione, nella magistratura, nelle forze dell’ordine e nell’esercito. Questa situazione è intollerabile”.