Il consigliere regionale Giannicola De Leonardis (Ncd) ha presentato questa mattina un’interrogazione a risposta scritta al presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna, della Giunta regionale Nichi Vendola e all’assessore alle Politiche per la Salute Donato Pentassuglia, in merito alle strutture escluse dalla Rete Reumatologica Regionale, nonostante anni di proficuo lavoro e radicamento sul territorio e con numerosi e significativi disagi per l’utenza.
“La giunta regionale, infatti, con il Dgr n.2811 del 30 dicembre 2014 si è dotata del servizio di ‘Rete Reumatologica Regionale’, con gli obiettivi – ambiziosi e necessari – di mettere in rete le strutture di specialità sparse sul territorio regionale; e di collegamento scientifico, tecnico e di raccolta dati, per ottimizzare le risorse disponibili e organizzare il lavoro nell’interesse dell’utenza. Ma nonostante le premesse indicate – sottolinea De Leonardis – soltanto alcuni Centri sono rientrati, nonostante un totale di 28.223 ammalati censiti al 31 dicembre 2013, e la presenza di altre strutture da tempo operanti sul territorio di elevata eccellenza e professionalità”. Tra le strutture escluse, l’unità ospedaliera afferente l’ospedale ‘Casa Sollievo della Sofferenza’ di San Giovanni Rotondo, da oltre venti anni operante sul territorio e centro di riferimento per malattie rare, con una media annua di 4mila visite ambulatoriali, 700 ricoveri specialistici e 2500 accessi in day hospital. E ancora, l’unità operativa semplice di Reumatologia afferente alla unità operativa complessa di Medicina Universitaria di Foggia; l’unità di Patologie Reumatiche e Autoimmuni sistemiche del Policlinico di Bari; la Reumatologia dell’Ente ecclesiastico Ospedale generale regionale ‘F. Miulli’ (Bari) e quella del ‘Perrino’di Brindisi.
“Nella Conferenza Stato-Regioni del 5 agosto dello scorso anno erano state indicate le percentuali da rispettare inerenti i bacini di utenza in merito, identificando un hub ogni 600.000-1.200.000 abitanti, e uno spoke ogni 150.000-300.000 abitanti. Di conseguenza, nella Regione Puglia, in considerazione della popolazione residente (4,1 milioni) e secondo i parametri indicati, dovrebbero essere presenti 3 hub e almeno 20 spoke: invece viene riconosciuto un unico hub nel Centro di Assistenza reumatologica e di terapie innovative dell’unità operativa di Reumatologia Universitaria del Policlinico di Bari (mentre l’analoga e omologa struttura universitaria di Foggia è stata relegata al ruolo di spoke alla stregua di un ambulatorio territoriale, esautorata di fatto anche delle potenzialità didattiche e di ricerca)”, continua De Leonardis. E come se non bastasse, “il successivo 23 gennaio è stato pubblicato l’elenco dei Centri rientranti nella ‘Rete Reumatologica Regionale’, e quelli non presenti hanno avuto un’importante limitazione nella prescrizione di farmaci determinanti per molti pazienti. E nei primi giorni del mese di febbraio la Regione Puglia ha inviato alle Asl e alle Aziende ospedaliere l’elenco dei Centri non più idonei alla prescrizione di farmaci, che quindi avranno notevoli disagi nell’assistenza a pazienti che saranno costretti a rivolgersi ad altre strutture, magari dopo anni di cure e terapie”.
Da qui l’interrogazione per conoscere i criteri di valutazione che hanno portato all’esclusione di numerosi Centri specializzati dalla ‘Rete Reumatologica Regionale’, e se non venga ritenuto doveroso e opportuno “rivedere e correggere, in tempi rapidi, la ‘RRR’ così come prevista e indicata, con il reinserimento di strutture e Centri che si sono distinti per qualità e quantità di servizi e prestazioni erogate” E rivedere anche una politica di tagli continui destinati a penalizzare “un’utenza considerevole”, e ad alimentare “una lunga serie di disagi lontanissimi e contrari alle finalità indicate”.