Quali obiettivi ci si è posti? Qual è il progetto regionale in vista dell’importante appuntamento con l’esposizione universale? Come ci si sta organizzando? Perplessità, incertezze e confusione aumentano le distanze tra l’Expo milanese e mondo delle imprese del territorio pugliese. Dal primo maggio e per sei mesi il mondo del cibo a Milano e a pochi giorni dall“Expo delle idee” (il raduno dei 500 esperti, indetto il 7 febbraio prossimo dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, all’Hangar Bicocca, per parlare dei temi dell’esposizione universale) poco o nulla si conosce della versione regionale di “Nutrire il pianeta–energia per la vita”, tema dell’evento ormai alle porte. È la considerazione espressa a cornice dei festeggiamenti per il settantennale di Confindustria Foggia dall’imprenditore cerignolano Alessandro Masiello, titolare della “Masiello Food”.
“Non è chiara una netta posizione delle regioni per quanto riguarda l’esposizione universale. Avrei fatto un padiglione con tutte le aziende regionali, per far conoscere a chi verrà a visitare l’Expo la nostra produzione”. Già presidente della Sezione Agroalimentare di Confindustria Foggia, ha seguito il percorso di preparazione all’Expo sui tavoli nazionali e regionali di Confindustria, maturando un approccio molto critico su come le cose stanno procedendo a livello regionale, in riferimento a un’impostazione poco attenta a favorire le esigenze e richieste delle imprese dell’agroalimentare.
“La Puglia, ma non solo la Puglia, è in ritardo”, chiarisce a l’Immediato. “Nell’ultima riunione a Roma ho notato che anche le altre regioni sono notevolmente in ritardo per quanto riguarda la preparazione all’Expo. Mi confrontavo tempo fa con la responsabile di Confindustria del Trentino e anche lì avevano una situazione paragonabile alla nostra. Mi sono rincuorato”. La Toscana, a suo giudizio, è tra le regioni italiane quella più dinamica. Ha indicato il suo referente già un anno e mezzo fa e a gennaio del 2014 venivano illustrati già i progetti su cosa fare e non fare.
“Inizialmente si prospettava di dividere il padiglione Italia in prodotti e io avevo preso l’impegno nazionale di presentare il prodotto-olio, per cui avevo preso contatti con la mia coordinatrice per capire come presentare l’olio italiano, in che maniera promuoverlo sotto l’aspetto qualitativo, salutistico. Poi è stato tutto delegato a livello regionale e il problema principale è dovuto a una
mancanza di coesione. In Puglia Bari è mente a parte. Brindisi, Lecce e Taranto anche. Io, personalmente, ho partecipato a tutte le riunioni regionali, quindi c’è la presenza e la presentazione di Foggia, ma non c’è una perfetta unione. Ora ho in programma un incontro con l’assessore Fabrizio Nardoni -informa-, per capire cosa la Regione Puglia sta facendo per l’esposizione nazionale. Per capire come ci si muove, se Foggia si prende un mese di esposizione. Vista la situazione attuale, sto cercando di fare il possibile”.
La criticità principale, osserva a l’Immediato Masiello, è che fino a qualche mese fa “non avevamo neanche un referente regionale in merito alla presentazione della regione per l’esposizione”. “Come Confindustria Puglia –continua- chiederemo all’assessore di riferimento quali sono gli obiettivi, quali vantaggi possiamo avere noi imprese per poter esporre a costi un po’ più ragionevoli. Sono elevatissimi, attualmente. Un piccolo esempio. Un visual 3×3, solo video, senza presentazione del prodotto, costa circa 30mila euro. Aziende che fanno 2-5milioni di fatturato, cifre altissime nella nostra provincia, non potranno mai partecipare. Se non aggregandosi tutti insieme, come Confindustria o come gruppi di istituzioni”.
La strategia è allora “associarsi per fare dimostrazione dei prodotti non per sei mesi, ma per due-tre giorni al massimo”. I costi elevati hanno smorzato l’entusiasmo e afflosciato le aspettative delle imprese e al progetto di Federalimentari, del visual 3×3, hanno aderito appena un paio di aziende. Il punto è anche un altro. “La maggior parte dei miei competitor e colleghi –conclude-, e la gente comune, presumo pensino che l’esposizione sia una fiera di prodotti. Non è niente di tutto questo. Quello che si può fare é prendere in affitto un ristorante e fare la presentazione con dei gruppi organizzati”.
Che si faccia confusione su cosa sia l’esposizione universale ne è convinto anche il presidente del Distretto Agroalimentare Regionale (D.A.Re. Puglia), Gianluca Nardone. “Quello che non si è compreso, io credo, è come si svolgerà e cosa sarà l’Expo. Non è una fiera, non ha niente delle fiere a cui le aziende sono abituate a partecipare, ma sarà un’occasione unica, lunga sei mesi, di promozione. Bisognerà ragionare come territorio, non certo come imprese, non ha senso, e nei ristoranti i prodotti delle aziende agroalimentari e degli artigiani e produttori potranno essere esaltati dagli chef. La Puglia e la nostra provincia potrà prenotarsi per un periodo nel padiglione Italia per mostrare le sue eccellenze, dai prodotti caseari all’olio, dal vino alle nostri carni”.
Per il D.A.Re., fresco di onoreficienza come miglior distretto agroalimentare dell’intero Mezzogiorno, Expo Milano rappresenterà un’importante occasione per presentare gli esiti e i risultati dei 5 PON “Ricerca e Competitività” 2007-2013, in sintonia con i temi dell’innovazione nel settore alimentare.