
“Abbiamo contrapposto le luci delle nostre fiaccole al nero delle bombe che ieri notte hanno fatto sentire la loro odiosa presenza. Vogliono l’apatia dei cittadini, vogliono che girino la testa dall’altra parte ma non ce l’hanno fatta”. Risuonano forti le parole del presidente del Consiglio comunale Luigi Miranda nella’aula di Palazzo di città, approdo della manifestazione votata all’unanimità dall’assise e che stasera sfilava dal pronao della villa fino alle sedi istituzionali. “Contro chi avvelena i pozzi e dice che siamo fuori tempo… è il caso che lo dicano a chi è vittima di racket. La legalità non è a orologeria. È vergognoso, non si può stare alla finestra mentre altri lavorano”.
L’albero della vita Onlus, Lumi e le ragioni del cuore, Aqv, Vola Gino Lisa, Libera, associazioni antiracket, Coscienza Evoluta, Vivere liberi. Tutti in marcia sfidando il vento gelido che spegneva la fiamma. Miranda e il sindaco Landella hanno guidato un corteo di oltre 200 persone (ma sulla stima del numero anche le forze dell’ordine non erano concordi) insieme a tanti consiglieri comunali di maggioranza. A testimoniare l’adesione dell’opposizione c’era solo Augusto Marasco. “Abbiamo fortemente voluto questa manifestazione perché i cittadini sono vigili, non si piegano, e siamo qui per dare un segnale forte”, ha detto Landella. I partecipanti erano più o meno espressione di associazioni, di quella fetta più partecipe di città che ogni giorno discute e sottolinea anche le evoluzioni del fenomeno criminalità a Foggia. Pochi i cittadini comuni presenti. L’ex assessore Pippo Cavaliere, fondatore del gruppo antiusura Buon Samaritano, l’ha rimarcato: “Per molti anni il fenomeno foggiano della criminalità è stato sottovalutato, ora dopo sette commissioni antimafia finalmente i fari si sono accesi. Le forze dell’ordine possono fare molto ma la denuncia deve partire dai cittadini”. Ricordato anche l’ultimo omicidio sul Gargano. Sulla parete dell’aula luccicava il logo ‘Pizzo Free’, un’iniziativa destinata agli esercizi pubblici per “esporre” l’estraneità al pizzo.
Daniela Marcone ha fatto eco ad alcuni passaggi di Cavaliere: “Si è creduto per molti anni che la malavita foggiana fosse solo manovalanza, ma si è capito col tempo che c’è una regia. Ho deciso che per il 2015 mi impegnerò nel ricordare mio padre (Francesco Marcone, direttore dell’ufficio del registro ucciso nel 1995, ndr) secondo questo concetto “non era solo mio padre ma uno di noi, un cittadino”. Arriva il messaggio del procuratore capo Leonardo Leone De Castris, il presidente del consiglio legge “grazie per la sensibilità istituzionale, la Procura di Foggia sarà sempre un baluardo contro la criminalità”. Partecipano anche alcune classi della scuola media Bovio che stanno portando avanti un progetto sulla pace e la legalità e sperano di creare una “scuola della pace”. I ragazzi sono entusiasti e mostrano gli striscioni creati per l’occasione. L’avvocato Maria Ruscillo, vicepresidente dell’associazione ‘Albero della vita’ guarda al domani: “Ci saranno altre manifestazioni, le bombe non ci intimoriscono, vuol dire che abbiamo colto nel segno”. I commercianti del centro, al passaggio del corteo, non si vedono sulla soglia dei negozi, eppure il serpentone non passa inosservato e la manifestazione è stata ampiamente pubblicizzata.
“Da questa città non vogliamo andare via, vanno combattute le forme di illegalità, dobbiamo intervenire se un disabile viene picchiato, se qualcuno non rispetta il vivere civile e comune. Alcuni fenomeni si possono combattere con azioni culturali ma serve anche la repressione”. Il consigliere comunale Antonio Vigiano (Vivere Liberi) crede che la prossima volta sfilerà un numero di persone almeno dieci volte superiore: “Vogliamo che i nostri figli crescano in questa città”.
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