Schizzano gli accessi al Pronto soccorso degli Ospedali Riuniti di Foggia. Come per il resto della Puglia, il boom è stato determinato dall’influenza, che dal 2 gennaio scorso ha cinto d’assedio il personale che ha persino rinunciato alle ferie. “Stiamo gestendo la situazione di emergenza – spiega a l’Immediato Vito Procacci, direttore del Pronto soccorso -, siamo passati da una media di 130-150 a 200-250 accessi al giorno. I casi gravi post influenzali, con codice giallo o rosso, fanno registrare 40-50 pazienti con complicanze ogni giorno”.
Numeri record per il presidio foggiano, già sotto pressione per gli effetti dei tagli del Piano di riordino. Con la chiusura e il forte ridimensionamento di ospedali “di territorio” (Monte Sant’Angelo, Torremaggiore, San Marco in Lamis e Lucera), il nosocomio di via Luigi Pinto è diventato il punto di riferimento per “mezza Puglia”. “Per fortuna abbiamo riorganizzato tutto – continua Procacci -, grazie alla disponibilità dell’azienda e dell’assessore regionale alla Sanità Donato Pentassuglia, che ci hanno permesso di aumentare i posti letto da 15 a 30 (8 di terapia intensiva e 22 posti letto di osservazione). Per di più, si sta cercando di assumere 6 nuovi infermieri per far fronte alla costante carenza di personale, e attendiamo l’attivazione di 5 nuovi posti letto previsti dalle deroghe concesse da Bari”.
Il quadro per i prossimi mesi non è certo roseo. La riduzione stimata del 30 per cento delle vaccinazioni, infatti, tra gennaio e febbraio secondo le previsioni farebbe aumentare i “casi importanti” in un range che va da 600 a 1000. Del resto, la cronaca di questi giorni dà il senso dell’emergenza. Nelle ultime ore tre pazienti di 77, 76 e 62 anni, ricoverati in diversi ospedali pugliesi, sono morti per complicanze dell’influenza stagionale. Lo ha reso noto l’Osservatorio epidemiologico regionale della Puglia. Nessuna delle persone decedute, tutte affette da varie patologie, era stata vaccinata contro l’influenza. Altre 25 persone sono ricoverate nei centri di rianimazione degli ospedali pugliesi con sintomi riconducibili all’influenza e nessuna di loro risulta vaccinata. La Asl di Lecce ha prorogato di un mese le vaccinazioni.