Promuovere l’integrazione di bambini sordi attraverso il linguaggio dei segni al fine di evitare isolamento ed emarginazione. Un modo per contribuire alla realizzazione della loro identità, aiutandoli a relazionarsi sia con i coetanei che con gli adulti.
Questa l’idea dell’amministrazione comunale di Sant’Agata di Puglia che, al fine di raggiungere tale obbiettivo, avvalendosi della collaborazione di enti preposti, ha deciso di finanziare e promuovere un interessante progetto chiamato “Parliamo insieme” che mira ad offrire un ambiente di reale integrazione ai bambini sordi del territorio.
Il progetto, che nasce e si sviluppa attraverso la collaborazione dell’Istituto Comprensivo di Accadia, sede distaccata di Sant’Agata di Puglia, si ispira ad esperienze simili già realizzate da alcune altre scuole italiane, come quella dell’Istituto Statale d’Istruzione Specializzata per Sordi di “Magarotto” di Roma, la Scuola dell’Infanzia ed Elementare di Noventa Padovana (PD) e la scuola di Cossato (Biella) che hanno adottato il bilinguismo (Lingua Italiana – Lingua dei Segni) come metodo per affrontare in modo appropriato lo sviluppo delle competenze linguistiche nei bambini sordi.
Al fine di realizzare la programmazione e la qualificazione dell’offerta formativa rispondente alle esigenze del progetto “Parliamo insieme”, il Comune di Sant’Agata ha stipulato un apposito protocollo d’intesa per l’anno scolastico in corso, con l’Istituto Comprensivo di Accadia attraverso il quale le parti si sono prefissate di assumere decisioni scaturite dal confronto reciproco nonché a mettere in comune esperienze, competenze e risorse.
Il Comune di Sant’Agata si è quindi impegnato a finanziare il progetto per raggiungerne gli obbiettivi ispiratori, che auspicano la realizzazione di una scuola dove il bilinguismo (Lingua Italiana – Lingua dei Segni) attraverso la presenza fondamentale di una figura professionale specializzata, come l’ “assistente alla comunicazione”, diventi occasione concreta per superare le barriere comunicative al punto di porsi come ponte fra il mondo dei sordi e quello degli udenti.
Un completamento scolastico, quindi, che porterà certamente benefici nella vita quotidiana del bambino sordo, nonché alla sua maggiore e migliore integrazione nella società.