“Cancellare tutti i ghetti e ogni vergognoso sfruttamento in agricoltura e nell’intero mondo del lavoro. Ai lavoratori migranti dobbiamo dare la possibilità di esser protagonisti di se stessi e del futuro delle loro famiglie. In questa direzione, è necessario che il sindacato si faccia ancor più promotore di una piena conoscenza del fenomeno, a partire dalle nuove generazioni”. È quanto auspicato dal segretario generale nazionale della Fai Cisl, Augusto Cianfoni, nel corso dell’incontro organizzato dalla Ust Cisl e dalla Fai Cisl di Foggia, per discutere delle condizioni dei lavoratori stranieri impegnati nel comparto agricolo meridionale. Nel corso dell’incontro è stato presentato “La Belleville”, il film – documentario realizzato dal regista Roberto Tenace, e dal giornalista Francesco Bellizzi, che racconta le storie di riscatto di alcuni braccianti africani costretti a vivere nel degrado di una delle baraccopoli più vergognose d’Italia, il Ghetto Rignano, nelle campagne tra Foggia e San Severo. “Bisogna dare un’accoglienza dignitosa a queste persone, facendo camminare di pari passo doveri e diritti”, ha detto Cianfoni, secondo cui il sindacato non ha solo il compito essenziale di tutelare le condizioni lavorative dei migranti, ma anche quello di promuovere politiche che consentano a queste persone di avere un casa in cui vivere dignitosamente. In questa direzione, il leader della FAI ha auspicato una riproposizione della “legge Zanibelli” che negli anni 60’ consentì a numerosi contadini, che fino allora vivevano in abitazioni non sempre degne di avere una casa in proprietà. “Noi dobbiamo ripetere quell’esperienza perché possedere una casa è l’unico modo per questi immigrati di liberarsi dalla schiavitù e ricongiungersi con le famiglie”.
La Cisl è impegnata fortemente sul tema dei diritti per i lavoratori migranti e per la chiusura “non solo del ghetto di Rignano, dove vivono gli africani, ma anche – ha aggiunto Emilio Di Conza, segretario generale della Cisl di Foggia – degli altri ghetti che si son formati e che si stanno formando fuori dalle mura delle nostre Città, come quelli dei bulgari e dei rumeni. In questa direzione, alla buona volontà della Regione bisogna aggiungere un vero coinvolgimento dei territori e delle comunità straniere, la cui mancanza ha impedito di arrivare alla chiusura a Rignano nei tempi previsti dal progetto regionale. Noi crediamo che, passata la stagione estiva e della raccolta del pomodoro, sia venuto il tempo per analizzare meglio la situazione e portare a compimento la cancellazione di questi accampamenti ignobili e disumani. A tal fine, anche gli enti locali devono fare di più: non è possibile che ingenti risorse pubbliche disponibili, come quelle dei Piani Sociali di Zona, non vengano utilizzate da anni”. “Sconfiggere la piaga del caporalato, il lavoro illegale e ogni tipo di ingiustizia e di sfruttamento dell’uomo resta una battaglia attuale e prioritaria per il nostro territorio”, ha detto il segretario generale della Fai Cisl di Foggia, Franco Bambacigno. “Per questo, dobbiamo con forza ancor maggiore impegnarci per la diffusione di una cultura basata sulla solidarietà per conquistare l’uguaglianza e la giustizia sociale per tutti, senza guardare al colore della pelle o al credo religioso, in coerenza con i principi che da sempre ispirano l’azione politico–sindacale della Fai e della Cisl”.