Don Uva, l’Usb chiede l’intervento della Regione Puglia: “Non svenderlo ai privati”

“Finalmente è stato superato il contratto di solidarietà, adesso non bisogna svendere la Casa Divina Provvidenza ai privati”.

“Finalmente è stato superato il contratto di solidarietà, adesso non bisogna svendere la Casa Divina Provvidenza ai privati”. Il sindacato Usb, con una nota firmata dai coordinatori Antonio Minichillo (aziendale) e Antonio Russi (regionale), spiega le ragioni dell'”errore” della cessione dell’ente: “La discussione tra sindacati e commissario straordinario è stata incentrata, soprattutto, sull’annullamento del devastante ‘contratto di solidarietà’ firmato da tutte le altre organizzazioni sindacali sul fantomatico tavolo ministeriale del 22 febbraio 2013. Come è noto la Usb non ha mai accettato di sottoscrivere quell’accordo, anche se ciò ha comportato l’ostracismo aziendale nei confronti dei nostri iscritti, in virtù del fatto che quel tipo d’accordo penalizzava solo i lavoratori e non incideva, per niente, sulla debitoria dell’ente. Questo accordo ha una doppia valenza: per i lavoratori – che oltre a riprendere le loro ‘normali’ ore di lavoro, ritorneranno a percepire uno stipendio dignitoso; per l’azienda – che per poter applicare il contratto di solidarietà faceva venir meno le garanzie minime per l’assistenza e si vedeva ‘costretta’ a reperire personale di corsia da cooperative esterne con ulteriori aggravi di spesa per la stessa azienda”. Poi proseguono: “Dopo l’internalizzazione del servizio infermieristico (siamo stati i primi e, per molto tempo, gli unici a chiederlo), dopo l’accordo sulla ‘cessazione’ degli effetti del contratto di solidarietà, siamo consapevoli che molto resta da fare per riportare i conti in ordine e trovare un rimedio che non sia la svendita a privati della CDP (e di questo auspichiamo un chiaro segnale da parte della Regione Puglia) ma siamo anche convinti – concludono – che la strada intrapresa con i due accordi (internalizzazione del servizio infermieristico e annullamento del contratto di solidarietà) oltre a ridare diritti e dignità ai lavoratori della CDP e dare una migliore assistenza a chi si rivolge a queste strutture è un segnale forte per quei dirigenti che in tutti questi anni hanno portato allo stato attuale le varie strutture della CDP. Si può risanare e ripartire senza intaccare diritti e dignità dei lavoratori: di questo ne siamo convinti e continueremo a ribadirlo con proposte fattibili”.