È esploso il “bubbone” della discarica di Trani dopo la nota dell’Arpa (Agenzia regionale per la prevenzione e protezione dell’ambiente) che evidenzia le responsabilità gestionali dell’Amiu Trani (società partecipata di gestione). “Le responsabilità politiche – commenta Michele Losappio, capogruppo Sel in Consiglio regionale – sono del sindaco e della Giunta comunale”. L’ex assessore regionale all’Ambiente passa in rassegna le principali criticità della relazione: “Arpa ricorda e segnala che solo dopo ‘la diffida emessa dal Servizio Rischi Industriali’ della Regione del 1 agosto, il gestore (Amiu) ‘ha proceduto ad emungere dal pozzo di monitoraggio’ i campioni su cui avviare gli esami. Senza la diffida, dunque, nulla sarebbe successo e la discarica avrebbe continuato ad inquinare la falda. Dall’esame del campione – prosegue -, Arpa evidenzia il permanere di ‘valori eccedenti’ per nitriti, ferro, manganese, nichel ‘che denotano un apporto continuo di inquinanti in falda’ connessi ‘non ad un evento episodico, bensì ad un cedimento strutturale della barriera impermeabilizzante’; il controllo e la gestione della discarica e delle sue componenti protettive è ovviamente nella responsabilità solo di Amiu, prescinde dalla quantità di tonnellate di rifiuti in arrivo e rimanda alla responsabilità dei gestori. Arpa ‘richiede al gestore il Piano di intervento volto alla urgente individuazione delle cause che hanno determinato l’inquinamento e le modalità di gestione atte ad annullare l’immissione di percolato’, insomma richiama Amiu e Comune alle proprie responsabilità”. Inoltre, l’agenzia regionale ha denunciato la “mancata ottemperanza all’ordinanza numero 7 del presidente della Regione”. In altre parole, afferma ancora Losappio, “una parte dei rifiuti della Bat (forse 200 tonnellate al giorno) in violazione della ordinanza e dell’accordo sottoscritto fra gli Ato Bat-Ba-Fg possono essere state stipate nella discarica senza il preventivo processo di biostabilizzazione e quindi ignorando leggi e disposizioni nazionali”. “Alla luce di tutto ciò – conclude il capogruppo Sel – si capisce perché gli uffici dell’assessorato Regionale oltre a fermare l’impianto hanno proceduto a trasmettere tutta la documentazione alla Procura della Repubblica’.