Cerignola accoglie la prima associazione pensata e costituita con i migranti per i migranti. Si chiama “Ghetto Out Nelson Mandela” ed è stata inaugurata ieri sera nel laboratorio urbano dell’ExOpera (piano San Rocco). Il neo presidente dell’associazione, Paap Njaay Jamiil, dichiara: “Il nostro lavoro sarà tutto rivolto sul versante dell’integrazione sociale e culturale tra l’intera comunità migrante e la popolazione locale del nostro territorio. Uscire fuori dal ghetto significa dare una possibile alternativa, fatta di partecipazione e legalità, agli immigrati e allo stesso tempo ‘costringere’ le istituzioni e la popolazione a guardare al fenomeno migratorio con meno pregiudizi e più competenza. Insieme è la parola d’ordine. Insieme ce la faremo”. Questo l’augurio del Presidente della neonata associazione.
“L’idea di costituirci in associazione- confessa Fabio, come lo chiamano tutti in Italia- è nata dall’incontro avvenuto lo scorso marzo con Avvocato di Strada-Cerignola, nelle campagne di Tre Titoli, nell’ambito di un progetto formativo contro la tratta e il caporalato. Da questo incontro speciale e da una precedente esperienza associazionistica a Manfredonia – spiega Fabio – nasce “Ghetto Out Nelson Mandela”. “Ghetto Out” perché vogliamo uscire sia dai ghetti veri come quello di Tre Titoli, che da quelli mentali che creano discriminazioni ed emarginazioni. Abbiamo scelto, poi, di dare alla nostra associazione il nome di Nelson Mandela, in onore di un uomo che è stato ed è ancora un punto di riferimento come padre africano e soprattutto come uomo di pace”.
L’iniziativa, che nasce in rete con Avvocato di strada Cerignola, Libera – presidio di Cerignola, ExOpera, OltreBabele, Omnibus, Art Village, L’albero del pane e Ghetto Out San Severo, ispirandosi all’articolo 3 della nostra Costituzione, si propone di raggiungere sul territorio cerignolano obiettivi ambiziosi, tra cui: aumentare la consapevolezza dei diritti dei cittadini migranti; promuovere la conoscenza della cultura africana; favorire la lotta al caporalato e l’uscita dai ghetti; innescare processi di autocostruzione e di autodeterminazione; coltivare la cultura della legalità.
Durante la serata proiettato il docufilm “Un’utopia possibile: fuori dal ghetto”, poi cenetta con sapori tipici africani e concerto di musica. Ad assistere al battesimo di “Ghetto Out Nelson Mandela”, degli ospiti d’eccezione: le decine di giovani volontari accorsi da ogni angolo d’Italia a sporcarsi le mani nei beni confiscati alla criminalità organizzata, nei campi di lavoro “E…state liberi”, organizzati da Arci, CGIL, Spi Cgil, Flai Cgil, Presidio Libera Cerignola, mentre a dare la “benedizione istituzionale” alla nascente associazione, è stato il Sindaco di Cerignola, Antonio Giannatempo. Associazione benedetta anche da don Pasquale Cotugno, referente del Presidio cittadino di Libera e parroco della Chiesa di San Domenico, sede, dallo scorso gennaio, dello sportello di Avvocato di Strada.
“Mentre tutta l’Italia sta piangendo o sta polemizzando per le tragedie che continuano a consumarsi nel Mediterraneo, noi stiamo celebrando qui un momento storico importante. Per la prima volta gli utenti dei nostri servizi diventano protagonisti di processi di cambiamento per la tutela di diritti, quali quelli al lavoro e alla libertà, che vengono calpestati continuamente in un Paese dove esiste la Bossi-Fini, legge che nega la dignità umana e produce clandestinità. Anche quando è la legge a negare i diritti- dice don Pasquale- dobbiamo arrabbiarci e ribellarci. Ma come auspicava Don Tonino Bello, ‘la convivialità delle differenze’ è possibile”. Al fianco della comunità migrante di “Ghetto Out” ci saranno anche i volontari di “Avvocato di Strada”, rappresentati, ieri, da Stefano Campese. “L’opera di Avvocato di Strada – spiega Campese – si intreccia con quella di ‘Ghetto Out Nelson Mandela’. La nostra è un’organizzazione di volontariato nata nel 2000 per tutelare i diritti delle persone senza dimora e favorirne il ritorno ad una vita comune. Dallo scorso gennaio anche a Cerignola vi è una squadra di avvocati professionisti, praticanti e volontari che tutelano gratuitamente da un punto di vista legale tutte le persone che vivono nei dormitori, nelle stazioni o in strada”.
Durante l’anno 2013 sono state aperte dai volontari dell’Associazione nazionale di Avvocato di Strada 2718 pratiche in tutto il territorio nazionale. Tra gli assistiti vi è una prevalenza delle persone di provenienza extra-UE, mentre gli italiani assistiti sono stati 905, pari al 33% del totale. “Bisogna conoscere il fenomeno per poterlo gestire, osserva l’Avvocato di Strada Stefano Campese- A Cerignola si parla di migranti senza sapere chi siano e cosa facciano. Sono circa 1.700 i migranti registrati all’Anagrafe di cui 21 per nascita. Il Comune di Cerignola sembra aver ignorato la lettera dell’ANCI a firma di Piero Fassina che invita a dare opportuna comunicazione ai cittadini migranti che abbiano raggiunto la maggiore età delle procedure per il riconoscimento della residenza. Eppure, per fortuna, a qualche km di distanza, qualche istituzione ‘illuminata’ pare esserci. A maggio- ricorda Campese- il Prefetto di Bari ha invitato i Sindaci e i Commissari prefettizi della Provincia a riconoscere la residenza sulla base di un presupposto semplicissimo: la frequenza assidua di una struttura, dormitorio o parrocchia che sia. A Cerignola, invece, si continua ad ignorare il problema e all’incompetenza si aggiungono i pregiudizi”.
Chiamato in causa dalle parole di Campese, Michele Romano, assessore ai Servizi Sociali del Comune ofantino, ha commentato: “Non nascondiamoci dietro un velo di ipocrisia. Il problema esiste ed è grave ma il momento storico ed economico è difficile e non abbiamo risorse e strumenti necessari. Se una stanza ha una capienza di 10 persone non può accoglierne cento”. Così sentenziò Romano che, impantanandosi in una disquisizione su “colonialismo” e “dittature”, tra risate sommesse e sguardi perplessi, ha concluso: “Io non sono uno psicologo o un sociologo”. Ma assessore lo è, e a questo punto, ci vien proprio da ricordare: “Un fenomeno bisogna conoscerlo per fronteggiarlo”. E la politica ha il dovere di farlo.