“Non ho fatto nessun passo indietro. Attendo solo la definizione delle regole della partita”. Va verso la partecipazione alle prossime primarie per la presidenza della Regione Puglia l’eurodeputato Elena Gentile. Sempre più in sofferenza per le lunghe giornate tra Bruxelles e Strasburgo, per l’assegnazione dell’area balcanica (avrebbe preferito la Russia o gli Emirati Arabi, dove si stanno giocando partite importanti in uno dei settori migliori per la Puglia, la farmaceutica), e ansiosa di comprendere lo scenario che si presenterà per la contesa per il dopo Nichi Vendola, scioglierà la riserva nel volgere di qualche giorno. Da vincere ci sono le titubanze del partito, emerse dalle dichiarazioni del vicepresidente Pd alla Camera, Gero Grassi: “Le Istituzioni non possono essere trampolino di lancio per fortune personali, vanno servite per l’intero mandato – ha dichiarato qualche giorno fa – . Elena Gentile è amministratore serio e competente, che ha sempre anteposto gli interessi delle Istituzioni a quelli personali. Ultimamente ha, per queste caratteristiche, riscosso tantissimi voti alle elezioni per il Parlamento europeo facendola essere tra i primi suffragati d’Italia. Anche io l’ho sostenuta con tanti miei amici pugliesi. Penso, e lo dico a prescindere da ognuno, che chi è eletto in una Istituzione debba spendersi per l’intero mandato in quella Istituzione e nel Pd questo dovrebbe essere un impegno morale verso i cittadini”.
Il presidente uscente, tuttavia, può contare ormai su poche persone di strettissima fiducia (tra queste c’è sicuramente l’ex assessore alla Sanità), dopo l’ambigua uscita del parlamentare Dario Stefàno che alle agenzie di stampa ha dichiarato: “Continuo ad attraversare la Puglia, anche per interrompere quel corto circuito da parte di chi sembrava voler chiudere anticipatamente una pagina cui noi dobbiamo dare invece continuità, migliorando performance che si sono già manifestate”.
Il dialogo incessante tra il medico cerignolano e Guglielmo Minervini è l’aspetto più interessante nello scacchiere regionale, che avrà senz’altro effetti in quella Capitanata “invasa” dall’ex sindaco di Bari Michele Emiliano. Proprio quest’ultimo, infatti, a San Severo ha sostenuto l’attuale sindaco, Francesco Miglio (ha corso con una civica), in contrasto con il consigliere regionale, e presidente della commissione Sanità, Dino Marino. Non che tra Marino e Gentile i rapporti siano idilliaci, ma dinanzi allo “straniero” la squadra sembra essersi ricompattata sul fronte comune. “Un segretario di partito non può accettare l’incarico (assessore alla Sicurezza, NdR) da chi ha avuto posizioni poco chiare – avrebbe riferito ai suoi la Gentile criticando la scelta di Emiliano -, se esiste ancora un partito… Altrimenti si dica chiaramente che ognuno può esser libero di comportarsi come vuole. Ma a quel punto non si dovrebbe parlare più di partito…”. L’evidente battaglia intestina al centrosinistra per le Regionali 2015 ha nella Capitanata uno dei focolai più accesi.
Del resto, la candidatura alle ultime Europee, che hanno sancito un successo imprevisto (quasi 150mila voti) è stata una “tappa forzata” espressamente richiesta dal partito alla Gentile, che adesso vorrebbe riscuotere il “premio”: l’assenso alla partecipazione alla contesa del prossimo autunno. Nel solco di Nichi Vendola. Il quale proverà a far chiarezza durante la conferenza stampa di oggi.